“This war, like all wars, must end” he said in the signature line of the speech.
The Washington Post – David Ignatius – The covert commander in chief.
Gentile signor De Carlo,
Riporto le due righe di cui sopra da un articolo che la Nazione ha pubblicato due giorni fa in lingua originale in cui il giornalista commenta il discorso di Barack Obama sulla lotta al terrorismo. Tradurre il testo non è facile, anche
usando il vocabolario, ma potrebbe essere interessante conoscere il modo di fare giornalismo su altre testate nel mondo: per ora invece ho trovato opinioni piuttosto scontate, prive di argomentazioni tecniche, dati o riferimenti
concreti.

Dal 27/5, invece, è postato sul web, concorrente spietato della carta stampata, un articolo di Le Monde, a firma di Jean Philippe Rèmy corredato da un video di Laurent Van der Stockt fotografo, in cui si sostiene che l’esercito di
Assad ha usato armi chimiche nel quartiere di Jobar a Damasco.

Il presidente degli Stati Uniti dice che “questa guerra, come tutte le guerre, deve finire” : desideriamo la pace, ma nessuno sembra in grado di garantirla.

Nel “villaggio globale”, dove le guerre si accendono improvvise senza formali dichiarazioni e
si acquietano solo per covare sotto la cenere, non esistono armistizi, rese o accordi diplomatici che sanciscono la fine di un conflitto con il risultato che le guerre sembrano diventare permanenti.
Barack Obama, che aveva subordinato un
intervento americano più incisivo in Siria all’uso delle armi chimiche contro i civili, avrà commentato la denuncia di Le Monde considerandola probabilmente una
prova insufficiente ?
Nel suo discorso cita anche James Madison, quarto
presidente degli Stati Uniti, dicendo che ” nessuna nazione potrebbe conservare la sua libertà in un continuo stato di guerra “, ma il terrorismo è un fenomeno
sfuggente, difficile persino da definire lottando con il quale si finisce per sospendere diritti per i quali sono occorsi secoli di lotte.
Come giudica il recente discorso di Obama che, penso, fosse molto atteso dagli americani ?
Distinti saluti,
Luisella Rech

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Come giudico il discorso di Obama? Banale, ingenuo, pavido. Le guerre non finiscono perché una delle parti ne dichiara la fine, ma quando entrambi i contendenti per una ragione o per l’altra smettono di combattersi.

La seconda guerra mondiale terminò quando Germania e Giappone si arresero. E per quanto riguarda l’Italia, quando fu firmato un armistizio.

Anche le guerre in Corea e Vietnam terminarono in forza di un armistizio.

La guerra fredda terminò quando l’Unione Sovietica fu spinta al suicidio di Gorbaciov e dunque scomparve dal panorama geopolitico.

Insomma – come si dice negli Stati Uniti – per ballare il tango ce ne vogliono due.

Dichiarare finita la guerra al terrorismo solo perché Obama non ha più la voglia o i mezzi per combatterla è una solenne sciocchezza. Come crede di fare? Persuadendo a ritirarsi nelle caverne coloro che in nome di Allah l’hanno dichiarata all’intero occidente? Facendo opera di proselitismo ideologico che insegni i valori della tolleranza, della libertà, della democrazia?

Il democratico Obama mi fa venire in mente il John Lennon di ‘’Imagine World Peace’’. Ma Lennon era un cantante e dunque aveva ogni diritto di aggirarsi fra le nuvole. Obama è o dovrebbe essere il leader dell’occidente e dunque ha ogni dovere di stare con i piedi ben piantati in terra.

Attenzione – ammonisce Charles Krauthammer sul Washington Post – a non ritrovarci scoperti come nel settembre di dodici anni fa.