Era inevitabile che tutto tornasse da dove la storia era iniziata. I Litfiba  annunciano un tour particolare, forse per sconfiggere la noia del presente; ‘Trilogia 1983-1989’, la notizia è che assieme agli immancabili Pelù-Renzulli, sul palco saliranno anche due dei tre componenti storici di quella band che trent’anni fa ci fece sognare. Bentornati quindi a Gianni Maroccolo (basso) e Antonio Aiazzi (tastiere). La reunion purtroppo non può essere completa, e si sapeva già;  purtroppo Ringo de Palma non c ‘è più dal 1990,  il suo posto alla batteria sarà preso da un nome nuovo, Luca Martelli.

Dicevamo, era inevitabile, sì. Perché i veri Litfiba sono quelli lì, del 1983. Pura energia, un talento compositivo non comune, e soprattutto un frontman assolutamente animalesco. La scena era quella di Firenze, con alle spalle una casa discografica giovane e coraggiosa, l’Ira. Era una musica stupefacente, la chiamavano new wave. Il primo album vero e proprio, ‘Desaparecido’ (1985), resta un capolavoro assoluto: pezzi  come ‘Eroe nel vento’ sono una boccata d’aria fresca, anzi, un urugano per il panorama asfittico musicale degli anni 80. Ma il disco è tutto bello, ‘Istanbul’, ‘Tziganata’, ‘Guerra’, ‘Lulù e Marlene’ ti scuotono l’anima. E poi nel disco manca ‘Onda araba’, pezzo pazzesco, trascinante e lungimirante. A lungo i Litfiba rimangono una band di culto, underground. Da quel momento lì, la strada è tutta in discesa: nel 1986 arriva ’17 re’, un album doppio, una sfida per quei tempi, nel 1988 ‘Litfiba 3′ che chiude la prima fase, quella più vera. Dal vivo li ho visti più volte: palazzetti gremiti, folla in delirio. Eppure il mio ricordo più bello resta legato a un concertino allo Slego, metà anni 80: il pubblico poco ma buono. Tutti dark (l’epoca era quella). E la musica, straordinaria:   energia,  passione…roba da lasciarti senza fiato. Ero con un gruppo di amici, al ritorno ci fermammo a dormire in una casa al mare, solo che era inverno, morimmo di freddo. Poi i Litfiba li ho visti tante altre volte, i loro tour facevano tappa fissa nella mia città: bagni di folla, grande entusiasmo etc. etc. Però resta un po’ di rimpianto per quei primi concerti: era tutto più puro.