La notizia è di quelle interessanti. L’ha lanciata l’Ansa, leggetela qui: “La solitudine lascia la sua triste impronta anche sul Dna: lo stress che deriva dall’isolamento sociale determina infatti un accorciamento prematuro delle estremità dei cromosomi, accelerando l’invecchiamento delle cellule dell’organismo. Lo rivela uno studio condotto sui pappagalli cenerini dai ricercatori dell’università veterinaria di Vienna. I risultati sono pubblicati sulla rivista Plos One.

I pappagalli cenerini sono animali sociali che adorano vivere in compagnia dei loro simili, ma spesso vengono allevati e mantenuti in cattività in totale isolamento (una pratica riconosciuta come illegale in diversi Paesi, come l’Austria), con gravi conseguenze per la loro salute. La ricercatrice Denise Aydinonat ha quindi pensato di verificare se lo stress sociale potesse in qualche modo influire sull’invecchiamento cellulare: per farlo, ha analizzato il Dna di pappagalli con età compresa fra uno e 45 anni, mettendo a confronto gli esemplari solitari con quelli che vivevano in compagnia di altri simili. Per ciascun esemplare sono state misurate le estremita’ dei cromosomi, i cosiddetti telomeri, la cui lunghezza determina la durata della vita della cellula. I telomeri, infatti, sono come i ‘cappucci’ di plastica che proteggono le estremita’ dei lacci delle scarpe dallo sfilacciamento.  Dai risultati e’ emerso che i pappagalli solitari hanno telomeri più corti. “Studi condotti sull’uomo dimostrano che le persone sottoposte ad alti livelli di stress sociale hanno telomeri più corti”, spiega Dustin Penn, dell’Istituto K. Lorenz di etologia presso l’università veterinaria di Vienna”.

Empiricamente, ci eravamo arrivati anche noi. Ma misurare concretamente questo effetto ha un che di eccezionale.