In Italia il 70% degli edifici sono a rischio crolli in caso si verifichi il massimo terremoto atteso per quell’area. A dirlo gli esperti dell’Enea, Alessandro Martelli e Paolo Clemente, in audizione in commissione Ambiente alla Camera. ”Il 70% del costruito – afferma Martelli – non e’ in grado di reggere a sollecitazioni sismiche che potrebbe subire”. Secondo Clemente la stima ”del 70% degli edifici che non supera le verifiche antisismiche” e’ realistica alla luce delle ”norme attuali”.
Il dato è clamoroso e pure peggiore di altri _ ad esempio l’Ordine degli Architetti aveva parlato di 6 milioni e mezzo di edifici esposti a rischio sismico _ che erano circolati anche recentemente. E indica con chiarezza che quella della progressiva messa in sicurezza del nostro Paese contro il rischio sismico è, a differenza del Ponte sullo Stretto, una delle vere Grandi Opere che servono al Paese. Recentemente ci sono state proposte parlamentari per consentire anche a chi effettua interventi di messa in sucurezza del patrimonio abitativo la detrazione del 55% oggi prevista per gli interventi di risparmio energetico. Questa è la strada.

Il terremoto non uccide quasi mai “da solo”. Uccide perchè le costruzioni non sono sicure. E in Italia l’età del nostro patrimonio abitativo e la scarsa qualità di buona parte di esso determina situazioni di rischio reale. Si può intervenire per ridurre il rischio a livelli enormemente più bassi, per evitare danni, morti e feriti.

Molte sono le iniziative, sia della Protezione Civile che delle Regioni (qui la Toscana) e (qui l’Abruzzo), di istituti o agenzie pubblici (vedi questo studio dell’Arpa Emilia Romagna o questo della Protezione Civile) delle provincie e dei comuni, per effettuare censimenti, analisi, stabilire normative più stringenti e mobilitare fondi. Ma i risultati sinora sono stati più che scarsi.

Quello che serve è dare la possibilità ai cittadini di agire direttamente sul patrimonio edilizio, con una grande azione dal basso che segua alcune semplici regole e usi il meccanismo degli sgravi fiscali che tra l’altro dal punto di vista delle Finanze in buon parte si ripaga perchè fa emergere attività spesso in nero, innalzando quindi il gettito sia Irpef che Iva.

Ci vuole capacità di visione, occorre andare oltre quell’orizzonte a breve termine elettorale che caratterizza tanti politici italiani.

Servono fatti, per evitare altri lutti. Diamo quindi ai cittadini l’opportunità di fare loro la prevenzione della quale ci si è riempiti la bocca per decenni senza che si siano prodotte azioni concrete pari alla gravità del rischio.