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Che la Tepco sia inefficiente, è la storia a dirlo. Che il sistema regolatorio nucleare giapponese non sia da meno, anche. Ma l’ennesimo incidente alla centrale di Fukushima _ il primo classificato nella scala Ines dai tempo della catastrofe _ è molto grave non solo per le 300 tonnellate di acqua fortemente contaminata (80 milioni di bequerel/litro) uscite da uno dei tank di stoccaggio e finite nel terreno, che si aggiungono alle 300 tonnellate di acqua contaminata che finiscono ogni giorno in mare. Ma anche perchè il tutto era ampiamente annunciato visti i problemi riscontrati nel  meccanismo di decontaminazione delle acque contaminate.
 
La centrale di Fukushima ha una enorme quantità di acque più o meno contaminate e più o meno da trattare. Secondo l’ultima stima _ 14 agosto _ ci sono 77.200 tonnellate di acqua seriamente radioattiva nei reattori e nei locali turbine e altre 15.630 tonnellate nello stoccaggio. In totale fanno quasi 100 mila tonnellate. A fronte di questo, la Tepco procede con lentezza estrema e con specifiche inadeguate, viste le continue perdite dai contenitori di stoccaggio, fino ad ora limitate, che non sono completamente stagni come dovrebbero e visto il problema irrisoto dell’acqua di falda.
 
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Purtroppo ai problemi della Tepco si aggiungono le incertezze dell’ente regolatorio che ancora non ha dato via libera all’impianto di trattamento dell’acqua di falda, pronto ma senza autorizzazione. Due cose andavano fatte al più presto. Primo, abbassare il livello dell’acqua di falda a monte _ stabilendo un “bypass” che, controllato il livello di radioattività,  scarichi l’acqua in mare _ per evitare che continui a ripascere il livello dei locali dei reattori delle turbine. Secondo, abbassare il livello dell’acqua nei locali interrati aumentando la capacità di stoccaggio all’esterno, naturalmente usando contenitori stagni.
 
Ma tutto questo la Tepco non l’ha ancora fatto  e nessuno l’ha obbligata a farlo. E così si è arrivati all’ennesimo rilascio di radioattività nell’oceano, le cui prime ammissioni sono arrivate a fine luglio e poi il 10 agosto e all’incidente al serbatoio. Uno stillicidio inaccettabile.
 
Da allora la Tepco ha messo qualche tampone _ con 26 tubature preleva circa 100 delle 300 tonnellate di acqua che fluiscono verso l’oceano _ ma non ha trovato una soluzione definitiva.  Se le autorità giapponesi non sono in grado di trattare un problema di questa portata, si facciano aiutare. Perchè continuare a farsi del male (e a farci del male) per supposto orgoglio nazionale è un harakiri senza senso alcuno. Evitatecelo.