L’Organizzazione Metereologica Mondiale (Wmo) conferma che nel 2012 i gas serra in atmosfera hanno raggiunto un nuovo record. Rispetto al 1990 il forzante radiativo – l’effetto riscaldante sulla nostra atmosfera – e’ cresciuto del 32%: solo nel 2010 era del 30%. L’80%  di questo aumento è dovuto all’anidride  carbonica, che nel 2012 ha raggiunto 393.1 parti per milione (ppm), come dire un aumento del 141% rispetto ai livelli preindustriali. Del 141%, non del 41%, come per un refuso scrive l’Oms nel comunicato(salvo poi indicare cifra corretta nella seconda parte, laddove approfondisce i dati sulla C02) facendo cadere in errore alcune agenzie di stampa. Egualmente preoccupati i dati relativi al metano (il cui aumento e’ dovuto per il 60% ad attivita’ umane) cresciuto del 260% rispetto ai livelli preindustriali, e gli ossidi di azoto (aumento per il 40% causato da attivita’ umane), cresciuti del 120% (e non del 20% come e’ scritto nella prima parte del comunicato del Wmo) rispetto ai livelli preindustriali.

Come scrive l’Ipcc nel suo Quinto Rapporto, “i livelli di co2, metano e ossidi di azoto non hanno precedenti negli ultimi 800.000 anni”. E questo sta gia’ facendo cambiare il nostro clima e molto piu’ fara’ nei prossimi decenni essendo ormai impossibile centrare l’obiettivo di una stabilizzazione della Co2 al livello di 400 ppm – importante per assicurare il contenimento del riscaldamento entro i due gradi rispetto all’epoca preindustriale – nell’assenza di adeguate politiche di taglio delle emissioni.

Di a questa situazione la risposta della comunita’ internazionale e’ lenta e inadeguata. In vista della conferenza delle parti di Varsavia, l’Ue ha dato parere favorevole a firmare l’emendamento di Doha per la seconda periodo di impegno del protocollo di Kyoto : un taglio del 20% delle emissioni che diverra’ operativo quando sara’ ratificati dai 2/3 dei paesi firmatari del protocollo, quindi da 144 su 192 paesi.

Il secondo periodo di impegno da parte dei paesi piu’ sviluppati sara’ la precondizione per un impegno, stavolta su base volontaria, dei grandi paesi in via di sviluppo. Tutto questo sara’ la base, o meglio dovrebbe essere la base, di quell’accordo globale che e’ stato prefigurato a Durban e che dovrebbe essere firmato nel 2015 per essere ratificato ed entrare in vigore nel 2020.

Tutto teoricamente positivo, ma tutto dannatamente incerto e con una tempistica inadeguata alle necessita’. Ammesso e non concesso che si arrivi all’accordo nel 2015, sara’ tardi per contenere il cambiamento climatico a livelli accettabili. E questo non e’ pessimismo, si chiama realismo.