Ho letto l’articolo pubblicato sul vostro quotidiano sull’aggressione notturna a GT nei pressi della Stazione Centrale di Milano e resto allibita. Come se una donna, rincasando tardi dovesse mettere in conto di essere aggredita. Sarei curiosa di sapere se GT, anziché una semplice ‘cliente’ fosse stata moglie / compagna / sorella / madre / amica del tassista: l’uomo avrebbe prestato la stessa (dis)attenzione?! Fabiola Taloni

COMPRENSIBILE lo sdegno della lettrice nei confronti dell’ennesimo episodio di violenza che si registra nella nostra città (come nelle altre) ai danni di una donna, meno comprensibile (molto meno comprensibile) che l’oggetto della sua indignazione sia il tassista che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di body guard della signora. Eh no, per quanto è in dubbio che soprattutto nel cuore della notte ci si aspetti un comportamento di doverosa attenzione dell’incolumità del passeggero, non si può chiedere al tassista di ricoprire incarichi che non gli competono e per i quali non è neppure stato “allenato”. Anche perché di fronte ad un bandito o ad un violentatore un gesto scomposto, messo in atto in difesa della viaggiatrice, potrebbe avere conseguenze ancor più gravi. A difendere i cittadini nel cuore della notte ci devono essere le forze dell’ordine.
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