Ho avuto modo di vedere un video di Animal Equality realizzato con telecamere nascoste in alcuni allevamenti e macelli italiani. Alla luce delle testimonianze raccolte, l’associazione ha denunciato pubblicamente la crudeltà inflitta agli agnelli e ai capretti. E oltre 10.000 italiani hanno sottoscritto il loro impegno a non consumare carne di agnello e capretto a Pasqua. Speriamo che altri li seguano.

Riccardo Lopez, Milano

 

Sono scene mai viste prima quelle realizzate da Animal Equality in cui si scopre una serie di abusi inflitti a cuccioli di agnello e capretti che fa passare la voglia di sedersi a tavola il giorno di Pasqua. Animali uccisi quando hanno appena un mese di vita per essere destinati a diventare un cibo molto apprezzato. Animali separati troppo presto dalle loro madri, stipati in spazi ristretti, senza ripari, in mezzo a rifiuti e rottami. E le loro madri lasciate per ore legate, allontanate dal gregge, senza alcuna cura veterinaria, in attesa della macellazione. All’interno dei macelli sono state anche documentate le inadempienze dei lavoratori incapaci di stordire gli animali, ai quali viene recisa la gola in stato di coscienza mentre sono in preda al panico e al dolore. Se scioccati, non ci resta che cambiare menù (come suggerisce la Lav): in fondo gli straccetti possono essere non di carne ma di seitan. Ed è Pasqua lo stesso.

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