Mi ha colpito molto la notizia dell’uomo che si è improvvisato ladro perché aveva perso tutto alle slot machine. Continuo a non capire perché lo Stato non vieti le maledette macchinette nei bar, confinandole nei pochi casinò. La ludopatìa non è solo una malattia che causa enormi costi sociali, è anche un vizio che spacca le famiglie. Non c’è differenza tra l’eroina e una slot, è ora di capirlo.
Sergio, ilgiorno.it

L’accanimento autodistruttivo su video-poker, slot machine, scommesse, e tutta l’ampia offerta di giochi in Italia deve essere contrastato: su questo aspetto non paiono esserci dubbi. Ma basta la linea dura per contenere i danni della ludopatia? Il paragone con il tabagismo o peggio con la droga non può infatti fermarsi unicamente al suo lato maledetto. Perché il gioco concorre in misura notevolissima a rimpinguare le casse dello Stato. E se è stato esteso il campo delle possibilità di gioco non è solo perché è molto remunerativo, ma perché in questo modo è possibile contrastare il mercato ricchissimo del gioco illegale, settore monopolizzato dalle cosche mafiose. Senza contare il grande recupero in termini di evasione fiscale. Aver fatto emergere il gioco, dunque, ha aiutato il mercato e – ci verrebbe da scrivere provocatoriamente – l’Italia. Ora, e con urgenza, è necessario aiutare uomini e donne a non cadere nel vizio.
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