TRA i parrucchieri e gli estetisti in Lombardia crescono i titolari stranieri e le donne. Dal punto di vista dell’integrazione, il proliferare di aziende in rosa e gestite da extracomunitari è una buona notizia, purché queste imprese siano gestite nel rispetto delle norme fiscali, igieniche e formative, con personale formato presso scuole e che rilasci fattura o scontrino e conscio delle norme igieniche.
Laura, ilgiorno.it

OGGI I NOSTRI commercianti mollano perché non ce la fanno più ad andare avanti; stretti come sono fra costi di gestione sempre più alti, una grande distribuzione capillarmente insediata nei loro territori, politiche che promettono sviluppo in forza di una crescente concorrenza anziché sostenerli con sgravi fiscali, oneri per la nettezza urbana, oneri di occupazione del suolo pubblico ecc. E questa concorrenza poi a chi dovrebbero farla i piccoli negozianti? Forse ai mega centri commerciali? Ecco quindi i margini di guadagno sfumare e di conseguenza gli esercizi chiudere. O meglio passare di mano. Gli immigrati occupano questo spazio lasciato libero. Soprattutto i cinesi che vivono in Italia continuano a fare affari. Nei negozi made in China la gente ci va, eccome se ci va, perché a quei prezzi la tentazione di acquistare è troppo forte e finisce per prevalere sulla considerazione, che magari sorge solo a posteriori, che in questo modo s’innesca un circolo vizioso per la nostra economia. Con la crisi che c’è – pensano molti – ben vengano i cinesi…

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