Forse era anche inevitabile: dopo gli entusiasmi iniziali anche papa Bergoglio comincia a non ricevere solo applausi e incoraggiamenti, ma sulla sua strada cominciano ad affacciarsi le prime critiche e i primi distinguo. Ed ecco 5 cardinali contestare con un libro la linea dell’accoglienza chiesta da papa Francesco sulla famiglia, i sacramenti e le aperture ai divorziati. Un passo indietro? Tutti noi speriamo di no.
Angelo Doni, Milano

IN QUESTA CHIESA (anche quella positivamente stravolta dall’arrivo di papa Francesco) ci sono ancora tante contraddizioni e palesi assurdità. E la spiacevole sensazione che se ne ricava è quella che si vuole salvare solo la faccia, favorendo così un mondo di ipocrisie. Sembra che tutto debba essere nascosto. Come ai tempi delle catacombe. La Chiesa vede, sa che tanti cristiani, a iniziare dai preti, disobbediscono, ma tutto deve essere nascosto. E si nasconde anche il male. Ben venga dunque la «nuova» chiesa di Bergoglio, una chiesa in mezzo alla gente, di prossimità e di soccorso (dove la dottrina non sia «da imporre con insistenza»), composta di «ministri misericordiosi» capaci di «farsi carico delle persone». Una Chiesa – e non può essere che così – più attenta, più aperta verso omosessuali, donne che hanno abortito, separati e divorziati. Ha molte doti papa Francesco: carità spirituale, curiosità dei diversi, estrema socievolezza ed allegria di spirito, simpatia ed empatia: ce la farà.
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