Per anni abbiamo visto i bambini per terra in Africa. Ci chiedevano aiuto, noi non siamo stati capaci di darglielo anche perché abbiamo sempre pensato che quelle storie non ci riguardavano: erano troppo lontane da noi. Ora quei bambini soli e abbandonati li troviamo vicini a noi, distesi in Stazione Centrale a Milano, e non facciamo niente comunque. Impotenza e egoismo. Kibra, ilgiorno.it

A TERRA, su un cartone. A due passi dai viaggiatori che affollano la stazione Centrale. È lì la casa di alcuni bambini, tutti o quasi stranieri, che da tanto, troppo tempo, vivono sui pavimenti dello scalo ferroviario di Milano. Sono i piccoli senzatetto che questa settimana sono stati oggetto, loro malgrado, di un’inutile polemica politica tra accuse e rimandi, che ha sottolineato ancora una volta l’esistenza di una crisi umanitaria che partendo da Lampedusa, vero e proprio “gate” d’Europa”, arriva fino a Milano, città dell’Expo. «Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti», cantava Fabrizio De Andrè nella sua «Canzone del maggio». I bambini dormono in stazione Centrale, sporchi, immersi nella disperazione tinteggiata di incertezza. E in queste fotografie non c’è solo l’infanzia violata, ma anche un Paese che ha deragliato. E fa male constatarlo, quasi quanto quei bimbi a terra. La Milano del 2015 si vergogna. [email protected]