PER CHI si era fatto pie illusioni una brutta notizia: il governo turco ha dettato alle giovani generazioni le sue nuove regole. A scuola si va con il velo, ma senza trucco, tatuaggi o piercing. E per i ragazzi ci sarà da ora in poi la proibizione di portare barba o baffi. Inutile dire che si sono levate le solite critiche per quelle che vengono considerate decisioni oppressive. Tanto non succederà niente…
Angela Sala, Milano

PIU’ CHE DECISIONI oppressive un nuovo passo in avanti verso il ritorno del Medio Evo in Turchia. Si annunciano tempi difficili per le donne di quella quasi metà del Paese ancora laica ed europea. Il timore diffuso che affiora sul web è la nascita di “Erdoganistan”, un’ulteriore e accelerata islamizzazione del Paese che riduca la tolleranza verso modelli femminili non “corretti”. Perché è vero che fino all’arrivo al potere di Erdogan, 12 anni fa, minigonne e scollature facevano parte del paesaggio quotidiano delle città turche. Ora sono molto più rare. E questa volta il presidente l’ha fatta grossa, perché ha messo mano alle regole di abbigliamento e di condotta nelle scuole medie e superiori, con divieti e prescrizioni che saranno di privazione palese della libertà. Un pugno in faccia alla singola determinazione individuale a soli 13 mesi dai massacri di Gezi Park e dalle piazze del Paese che urlavano tutto il proprio dissenso contro uno Stato democratico a parole, ma dittatoriale nei fatti.
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