Uffizi in affitto per serate o feste? Quando si perde il senso della sacralità di questi luoghi d’arte e bellezza per ricavarne soldi destinati a coprire i tagli e gli sperperi dei politici, si violenta la nostra storia, la nostra identità. Carlotta,ilgiorno.it
———————————
Uffizi, Boboli, David. Quando si arriva ad affittare l’arte che è un bene di tutti a pochi, vuol dire che si è all’apice del disgusto e della violenza capitalista. Jhon, ilgiorno.it

COME STARE a casa nostra, o quasi. Dagli Uffizi alla Galleria dell’Accademia, dalla villa Medicea di Poggio a Caiano alla galleria Palatina di Palazzo Pitti si può cenare o sorseggiare un cocktail, ascoltare musica o fare un convegno. Non una grande novità in realtà, se è vero che già dal 2004 era possibile dare in concessione a privati i luoghi storici e monumentali del Belpaese. Sia pure con una importante precisazione: che la concessione garantisca, oltre alla «conservazione» del bene, anche la sua «fruizione pubblica», e che il suo utilizzo sia «compatibile» con il suo «carattere storico artistico». Ed è proprio questo margine di discrezionalità a scatenare i «puristi», convinti che consegnare ai privati, anche solo per una serata, beni pubblici, sia una violazione bella e buona. «Valorizzare», dicono, non vuol dire monetizzare, ed è dubbio che un salatino o una sfilata di moda siano «compatibili» con il carattere storico-artistico dei luoghi messi a profitto. Anche se i privati pagano, e tanto. E oggi non è un dato da sottovalutare, anzi. [email protected]