Da giorni nelle nostre grandi città si combatte una guerra fra poveri, fra disperati che occupano gli alloggi e altri che avendone diritto se lo devono conquistare con la forza. La casa sta diventando un campo di battaglia: chi vive in questi alloggi vive in uno stato di continua tensione, con il terrore di dover uscire di casa e lasciare incustodite quelle mure dentro cui, al rientro, potrebbe trovare qualche altra persona entrata con la forza. Daniele V. , Milano

È UN MECCANISMO, quello che da giorni stiamo raccontando, che spaventa e che racconta un disagio sociale crescente, dove si incontrano le difficoltà delle amministrazioni a svolgere i lavori di ristrutturazione degli appartamenti che, quindi, rimangono a lungo sfitti e preda di tentativi di occupazione da parte di gruppi che si fregiano di ideali (?) politici, ma anche di veri e propri criminali che sfondano le porte e fanno commercio di quegli alloggi, rivenduti per poche migliaia di euro. Sono terribili le storie legate agli effetti della crisi sulla vita delle persone più deboli e meno abbienti. E non tutti – bisogna dirlo – hanno la fortuna dell’anziana spagnola che ha dovuto fare i conti con uno sfratto e ha trovato sulla sua strada la generosità della terza squadra di calcio madrilena che si è accollata il debito permettendole di tornare a vivere nella sua casa. No, da noi un simile intervento ci sembra improbabile, ecco perché sono più che mai indispensabili scelte politiche improcrastinabili. Ma ne sono capaci i nostri amministratori? [email protected]