Il medico italiano volontario di Emergency malato di Ebola arrivato a Roma dall’Africa è stabile e viene curato con un farmaco sperimentale. Chissà come mai i farmaci sperimentali non arrivano in Africa. Le cure ci sono, semplicemente è tutta una questione di soldi. Se hai i soldi vieni curato, altrimenti muori. È questo il mondo che vogliamo? Che tutto sia relegato ai soldi?
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L’esempio più facile per comprendere il meccanismo economico che sottende a molti fenomeni sanitari è stata la storia dell’Aids. Sono 13 milioni le persone nel mondo che oggi possono accedere al trattamento farmacologico, a fronte dei 35 milioni di malati e del 1,5 milioni di morti ogni anno. Prima degli anni ‘80 erano soltanto 300 mila. Perché? Semplice, dai 10 mila dollari di ieri il costo pro-capite malato è crollato a 120 dollari. Cosa ha fatto precipitare i costi? Semplice anche questo. Si è creata una concorrenza tra le case farmaceutiche, si sono prodotti nuovi farmaci ed il costo dei brevetti si è ridimensionato. Perché tutto questo è accaduto da una certa data in avanti e non prima, dal momento che l’Aids era già endemico? Quando la malattia è comparsa in Occidente. A questo punto – come sta succedendo per Ebola – «la salute non ha avuto più prezzo», si è potenziato il finanziamento della ricerca, si sono prodotti farmaci su grande scala e i prezzi sono diventati alla portata di tutti.
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