Il terrorista dell’Isis nel cortile. Sono sconcertato, e al tempo stesso grato alla nostra polizia, per la scoperta di aspiranti tagliagole a Brescia e in Piemonte. È gente che poi si scopre traccia obiettivi usando Google maps, è gente che prima o poi potrebbe imbracciare un kalashnikov e fare una strage in una strada o in una metropolitana o in museo, come a Tunisi. Ragazzi della porta accanto: mi chiedo quanti ce ne siano ancora da scoprire. Vincenzo N., ilgiorno.it

GLI ITALIANI reclutati dai terroristi dell’Isis già pronti a morire in Siria e Iraq per la Jihad, la «guerra santa» islamica, sarebbero circa 50. L’80 per cento di loro non sono figli di immigrati, ma italiani convertiti all’Islam da poco. Sono maschi e giovanissimi, tra i 18 e i 25 anni. Gli esperti spiegano che l’Isis converte e recluta i foreign fighters soprattutto su internet attraverso tecniche psicologiche manipolative molto potenti. Escamotage tanto persuasivi da riuscire a trasformare in kamikaze dei bravi ragazzi attraverso un computer e in poco tempo. Perché l’’Isis oggi, ancor più di quanto facesse Al Qaeda, usa i social network, nei quali fa circolare contenuti virali. La propaganda attecchisce soprattutto sugli individui più vulnerabili, marginalizzati nella società. Fa leva sui sentimenti di ingiustizia, esclusione o umiliazione provati da alcuni per circostanze della propria vita, problemi familiari o economici. Solitamente tendiamo a pensare che questi giovani siano pazzi: non è così, rendiamocene velocemente conto. [email protected]