Sento molte critiche al governo. Non mi sembra che nessuno abbia voglia di commentare positivamente il fatto che ormai tutti tranne Salvini ammettano che c’è una ripresa e che le aziende stanno assumendo e ritrovando la fiducia per il futuro. Delle due l’una come scriveva Montanelli: o ci stanno predendo per i fondelli, e allora che qualcuno ce lo dimostri, oppure la ripresa c’è e allora bisogna riconoscerne il merito al governo Renzi.
Marisa N. il giorno.it

Gli ultimi segnali positivi sono arrivati con la fiducia delle imprese tornata a livelli pre-crisi e quella dei consumatori ai massimi persino dal 2002. Una vita fa. Nuovi numeri, nuovi dati, che si aggiungono alla pioggia di statistiche che settimanalmente sommerge la nostra economia. Una raffica di segni più, segni meno (oggi quelli che riguardano l’occupazione) , bollettini, che nel loro complesso però non aiutano a comprendere se, facendo propria la formula scelta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia arrivata «la volta buona». In altre parole, se la ripresa stia arrivando per davvero. In realtà ora ci sarebbero tutti i presupposti per ripartire, ma la ripartenza è timorosa e va incoraggiata. Il rischio è che non appena i dati migliorano, la spinta per le riforme venga meno. C’è uno spiraglio di luce per il 2015 ma non lo si deve perdere. Occorre cioè ridare fiducia ad un Paese stremato da troppi anni di sacrifici. Cominciando dai tagli alla spesa pubblica, che finora non si sono visti e che permetterebbero, finalmente, di abbassare le imposte.
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