Ottima l’idea di Berlusconi di pensare ad una donna per la sua successione in Forza Italia. Finalmente nel nostro Paese si sta facendo strada l’idea che, dopo tanto penare nelle retrovie, sia arrivato il momento per le donne di assumere il comando delle operazioni (tutte le operazioni)… Peccato che già in passato quando si è trattato di scegliere e votare le donne siano state proprio le donne a non averlo fatto, dimostrando scarsa fiducia nei loro mezzi.

Angela V. Milano 

A parole, non sembrano esserci pregiudizi contro le donne in politica. Nei fatti però non è così. Perché teoricamente se le donne votassero per le donne l’equilibrio della rappresentanza sarebbe assicurato. Invece, pressoché in ogni elezione la maggioranza delle donne sceglie di far confluire i propri suffragi su un uomo, cui riconoscono capacità e attitudini nell’esercizio del potere. La barriera con cui le donne italiane si scontrano quando cercano di avvicinarsi alla politica attiva, è infatti forte, fortissima. E quando si tratta di donne le aspettative si amplificano a dismisura, mentre, si sa, il credito dato a un uomo, sembra non richiedere troppe garanzie. Per abbatterla quella barriera, non servono tanto delle leggi riparatrici, pur necessarie. Quello che davvero occorrerebbe fare, per un nuovo ordine ed equilibrio è di innescare, dal basso, processi culturali capaci di cambiare le donne stesse. E ovviamente il loro modo di votare.
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