Con tutto quello che è successo in queste ore nel mondo è evidente che la notizia è passata in secondo piano. Tuttavia dopo tanto (troppo) tempo il nostro governo sembra finalmente battere un colpo nella vicenda dei due marò trattenuti in India con l’accusa di omicidio. Finalmente abbiamo messo da parte gli ingiustificati timori e abbiamo preso una posizione chiara in difesa dei nostri due militari. Era ora. Giovanni Bono, Milano

LA NOVITÀ a cui riferimento il lettore (troppo presto, tuttavia, per definirla svolta) è la decisione di ricorrere all’arbitrato internazionale nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. La decisione – spiegano alla Farnesina – è stata presa dopo la necessaria (ma improduttiva) fase negoziale diretta con l’India e di fronte all’impossibilità di arrivare a una soluzione positiva della controversia sui due fucilieri di Marina. Immediate le conseguenze dopo questa presa di posizione: l’Italia chiederà l’applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone. Difficile però, visti anche i precedenti, che si giunga in tempi brevi all’happy day: nel migliore dei casi bisognerà aspettare almeno 24 mesi. Al di là della tempestica, poi, resta, anche dopo questa reazione, la sensazione della scarsa influenza del governo italiano nelle questioni sovranazionali, oltre che l’inesistente serietà internazionale indiana. [email protected]