Le Province potevano essere uno strumento per accorciare le distanze fra Cittadini ed Istituzioni ed essere il cuore ed il cervello del Territorio ma non è stato così. Si sono trasformate subito in nuovi organi di potere che hanno favorito specifici interessi ed hanno creato spazio per amici e amici degli amici. Le opportunità sono state buttate via ed oggi ci troviamo ad analizzare costi insostenibili che non portano niente di concreto.
Marx, ilgiorno.it

Con il passare dei mesi la vicenda delle Province ha assunto sempre più le dimensioni di una farsa nazionale ed è lo specchio di un Paese che privilegia, in tutte le sue forme, l’apparire all’essere. Il dramma è riassunto in una considerazione «banale»: la Provincia è un Ente formalmente previsto dalla Costituzione Italiana. Con legge del Governo non è stata abrogata, ma rinominata Ente di area vasta. Qualifica che però non le si può attribuire in mancanza della legge di revisione costituzionale che dovrà ancora decidere del futuro e/o della sopravvivenza dell’Ente. Nel frattempo una sola cosa è chiara: nei momenti di crisi economica tutte le operazioni demagogiche hanno bisogno di un capro espiatorio e tale sono diventate le Province. Il processo di riordino doveva essere delegato ad una fase applicativa, attraverso specifiche leggi, in realtà sulla riforma il caos regna sovrano. La lunga crociata contro il fannullonismo della casta ha sommerso le Province, non gli sprechi.
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