LA TURCHIA non è mai stata così vicina all’Unione europea e ciò malgrado la tensione con la Russia sia altissima, dopo l’abbattimento del jet. Proprio nel bel mezzo della crisi diplomatica l’Ue ha accettato di aprire a dicembre il capitolo negoziale 17 nel processo di adesione della Turchia, relativo alla politica economica e monetaria. Insomma, l’emergenza migranti, gli interessi tedeschi e le pressioni Usa stanno avendo la meglio.
Andrea Turelli, Milano

LE ACCUSE di Putin, secondo le quali la Turchia avrebbe rapporti quantomeno ambigui con lo Stato Islamico, non sono nuove. Ma anche dopo l’abbattimento del jet, Erdogan sembra procedere spedito per la sua strada convinto com’è che la Turchia sia invece l’unico Paese che combatte realmente l’Isis. E poco pare importare all’Europa «accogliente» che la Turchia non sia certo un esempio di libertà di stampa e Erdogan un difensore delle donne. «Non si possono mettere gli uomini e le donne nella stessa posizione. È contro la natura, perché la loro natura è differente» la sua ultima sorprendente dichiarazione. Ma neppure su queste parole si registrano reazioni particolari da parte di Bruxelles. Perché Erdogan sa che ha in mano una carta fondamentale. Più volte ha velatamente minacciato l’Ue che, senza fondi e senza un avvicinamento che prepari l’entrata nell’Europa, potrebbero arrivare sulle nostre coste milioni di profughi, lasciati passare proprio dai confini turchi. E l’Ue non se lo può proprio permettere.
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