C’era una volta l’Osservatorio sul gioco patologico: nato col decreto Balduzzi del 2012, in pratica non ha mai visto la luce. Il primo effetto tangibile è uno dei temi caldi degli ultimi mesi: il censimento sulle problematiche di dipendenza dal gioco. A distanza di quasi quattro anni dal decreto non esistono ancora dati certificati sul monitoraggio della dipendenza, se non a sprazzi e su basi regionali. Maria Giovanna B., Milano

QUELLO della dipendenza da gioco sembra essere uno di quegli argomenti sull’agenda di tutti, ma che poi difficilmente trova adeguate risposte. Proprio il ritardo con cui si sta mettendo in moto l’Osservatorio ne è una prova lampante. Numeri ufficiali, banca dati, sintomi: il decreto Balduzzi aveva previsto che l’Osservatorio si occupasse del monitoraggio della dipendenza, raccogliendo informazioni sui giocatori patologici ma, a oltre tre anni di distanza, è ancora una scatola vuota. Forse perché non c’è la volontà politica di farlo partire, così come non c’è stata l’intenzione di portare avanti la proposta di legge che affidava all’Osservatorio compiti ancora più specifici, come quello di osservare quello che viene comunicato sul gioco attraverso la pubblicità e di proporre campagne di informazione e sensibilizzazione, anche rivolte ai minori, sui rischi del gioco. E il Far west continua… [email protected]