Per anni ci siamo cullati su una certezza: l’aspettativa di vita in Europa e in Italia era in costante crescita. Come a dire: va bene lanciare l’allarme sulle condizioni di vita peggiorate a causa dell’aumento dello smog però si vede che tutto ciò non influenza molto quanto poi riusciremo a vivere. Improvvisamente ci siamo accorti che non è più così: nel nostro Paese, come in Francia, i dati descrivono un altro scenario: dobbiamo cominciare a preoccuparci? Adele Bertasi, Milano

L’ AUMENTO dei decessi in Italia, pur con tutte le cautele del caso, è una cosa certamente preoccupante, non tanto per l’entità in sé dell’aumento della mortalità, ma proprio per il fatto che ci eravamo ormai abituati a vedere l’aspettativa di vita salire tutti gli anni. Era una cosa che ci rassicurava di fronte alle notizie preoccupanti che arrivavano sul fronte dell’inquinamento. Se l’aspettativa di vita continua ad aumentare – era più o meno il ragionamento sottinteso – l’inquinamento non può essere un problema così grave. E invece sembra proprio che dobbiamo abbandonare anche questa idea. Intendiamoci, sul banco degli imputati non c’è solo smog con le sue polveri sottili e le sostanze cancerogene disperse nell’atmosfera. Incidono, anche, il degrado del sistema sanitario e l’impoverimento della dieta. Perché inquinamento, declino del servizio sanitario e riscaldamento globale sono tutti problemi reali. Da non sottovalutarli, altrimenti andrà sempre peggio. [email protected]