Sono dalla parte del lupo, così come ritengo che gli allevatori debbano esser sostenuti con politiche di diffusione dei sistemi di contrasto alla predazione del bestiame domestico e indennizzi. Una seria politica di gestione ambientale dovrebbe inasprire la lotta al bracconaggio e non come sento dire in giro procedere all’eliminazione dei lupi. Non si risolve con il piombo eventuali situazioni di conflitto con gli allevatori. Benedetta Penna, Milano

EPPURE andare in giro a impallinare esemplari di “Canis lupus” potrebbe diventare assolutamente legale. Il ministero dell’Ambiente sta mettendo a punto un piano definito di conservazione e gestione del lupo. Il motivo? Risolvere senza tante storie il problema a quegli allevatori che ogni giorno piangono continui attacchi alle greggi. Nessuna uccisione «a priori» dei lupi – ci mancherebbe altro – , ma l’indicazione di una soglia che consente l’abbattimento fino a 60 animali. Sui social di mezzo mondo la rivolta del popolo animalista è già partita. Sì, perché stavolta l’impressione è quella di un provvedimento messo su come rapida risposta al crescere di scomode tensioni sociali, in un Paese anestetizzato nella coscienza. Salvo commuoversi davanti alla lista degli animali in via di estinzione. A proposito: in questa proposta assurda chi e come avrà deciso che le vittime sacrificabili possono essere al massimo 60? [email protected]