NON CI SONO parole per descrivere l’angoscia che ci assale man man che il quadro intorno alla orribile morte di Fortuna si fa più chiaro. In quel palazzo a Caivano abitavano realmente dei mostri in una condizione di degrado e ignoranza francamente imbarazzante. I bambini vanno difesi, salvaguardati, tutelati. Per farlo occorre arrivare prima. Ben magra consolazione è l’arresto del pedofilo.

Annina V. Milano

L’INFERNO: è il palazzo di Caivano, è la storia di abusi sessuali su minori, pedofilia, infanzie distrutte, omertà spezzata dal coraggio di bambine che hanno vissuto in prima persona quelle violenze. Se quel palazzo è l’inferno, i nuovi dettagli emersi nella vicenda lo rendono il peggiore degli «inferni». Riunioni a tavolino, come in un bar, partite a carte, e quando il denaro da puntare finisce si mettono in palio i bambini: innocenti, il cui destino, di violenza e abusi, viene segnato da una partita a carte. I pedofili che seviziavano i bimbi del Parco Verde erano spesso amici di famiglia. I genitori ignoravano o facevano finta di non sapere cosa accadesse ai loro piccoli. Chi avrebbe dovuto difenderli? Chi doveva farsi carico della loro sofferenza? «Giustizia è fatta», grida qualcuno. Invece no. Per questi orripilanti crimini nessuno mai sarà in grado di fare giustizia. Perché resta il dramma immenso della pedofilia. Un dramma sottovalutato. Mai affrontato con la dovuta scientificità, serietà e severità.

[email protected]