LO SCORSO ANNO lo Stato ha incassato dal gioco ben 8,7 miliardi di euro, cioè circa il 50% di 17,5 miliardi di spesa totale sostenuta dagli italiani. Secondo una ricerca del dicembre 2014 di Sistema gioco Italia, la federazione di filiera di Confindustria, in Italia ci sono 790mila dipendenti dal gioco d’azzardo e sarebbero circa un milione e 750mila i giocatori a rischio patologia. È troppo dire che siamo di fronte ad un vera emergenza?
Simone Benzi, Milano

IN ITALIA è vietato – e meno male che è così – pubblicizzare armi, pornografia e superalcolici. La pubblicità delle scommesse, invece, è assolutamente libera. Come dire: «Coraggio, rovinatevi!». Salvo poi aggiunge, ipocriticamente, l’avvertenza: «Gioca sì, ma responsabilmente». Le ludopatie sono sempre più frequenti: soprattutto tra i ragazzi, i disoccupati, gli anziani. I numeri sono di per sè allarmanti, soprattutto se si considera che il fenomeno spesso determina nelle vite delle persone la rottura delle relazioni con i familiari, difficoltà lavorative, disagio economico. D’azzardo ci si può ammalare e quindi di questi pazienti deve occuparsi il Sistema sanitario nazionale. Perché se non ci facciamo subito carico del problema, dovremo ben presto affrontare il costo sociale delle conseguenze della diffusione del gioco d’azzardo, un costo sociale sempre più preoccupante. Ci sarà in questa campagna elettorale una forza politica, un candidato che prenda posizione su questo tema?
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