Per fortuna non ‘twitta’ e non posta su Facebook: perché per il resto, il premier Monti come offensiva mediatica non è certo secondo al suo predecessore Berlusconi. Giornali e tv a go-go: fra il professore e la professoressa (Fornero) non passa ora senza sentir parlare di postofisso, manovra, pensioni articolo18, liberalizzazioni, ecc. L’unico che nei giorni scorsi ha un po’ rubato la scena è stato il ministro Passera, mentre il resto della compagine di governo se ne sta ben dietro le quinte.

Difficile pensare che non ci sia una strategia chiara dietro questa ‘divisione dei compiti’ nell’occupazione degli spazi mediatici. Il Governo fa (la manovra, le pensioni, le liberalizzazioni) e lo vuol far sapere, e i principali responsabili ci mettono la faccia. Rischi di sovraesposizione? Ecchissenefrega: sia Monti che Fornero ripetono che questo governo per loro è ‘one shot’, che finita questa esperienza non ci saranno bis, ricandidature, vita politica (discorso diverso per Passera, che molti indicano già come uomo di punta del centrosinistra per le prossime elezioni: e infatti il ministro dello Sviluppo ha un mix più equilibrato di apparizioni e dichiarazioni pubbliche).

Oltre a metterci la faccia, premier e ministro del Lavoro usano una tecnica precisa: ad esempio, sulla riforma del mercato del lavoro, a furia di sentir parlare con gran clamore dell’articolo 18, un po’ alla volta sta passando il concetto che sia ‘irrinunciabile’ metterci mano: concetto che fino a qualche mese sembrava assolutamente fuori discussione, e che invece pian piano acquista credibilità (e quindi, quando verrà fatto, sembrerà meno choccante di quel che sembrava qualche mese fa).

Professori in economia, quindi, ma anche in comunicazione. Bravi a tal punto di evitare i new media, soprattutto i social network che rischiano di diventare una trappola, se mal gestiti dallo staff come accadde con la ‘moschea di Sucate’ nella campagna della Moratti contro Pisapia. Twitter e Facebook? Possono aspettare. Tanto, gli argomenti che loro lanciano (ultimi in ordine di tempo #monotonia e #postofisso) vengono ampiamente dibattitti sui social da decine di migliaia di persone. E’ il bello della web-democrazia.