La mamma dei cretini è sempre incinta, e su internet i parti purtroppo sono plurigemellari. Ma ci sono cretini che diventano criminali, come nel caso della lista antisemita con i nomi di 163 professori universitari di 26 atenei italiani, messa online dal sito d’ispirazione neonazista ‘Holywar’. Criminali perché gente così non ci mette molto a passare dalle parole ai fatti, come ha purtroppo dimostrato la strage di Tolosa.

Non apriamo un dibattito su dove comincia e dove finisce la libertà di espressione sulla Rete, perché non c’è dibattito: la libertà di espressione di ‘Holywar’ finisce nel momento in cui divulga contenuti antisemiti, xenofobi, razzisti. Con una aggravante: online quei contenuti restano disponibili molto a lungo, rimangono nelle memorie dei motori di ricerca anche quando i siti originali vengono chiusi, e rappresentano una istigazione all’odio che può avere conseguenze terribili anche fra qualche anno. Perché il web è una formidabile cassa di risonanza, e il ‘diritto all’oblio’ si scontra spesso con le memorie cache.

Per questo abbiamo deciso di non pubblicare i nomi di quell’elenco: perché la cassa di risonanza non siamo noi.