Quand’è che una innovazione diventa di uso comune, al punto di non poter più essere ritenuta proprietà intellettuale esclusiva di chi l’ha creata? Dopo uno, cinque, dieci anni? Mai? E’ il tema ‘filosofico’ della causa miliardaria che Apple ha intentato contro Samsung, e di cui ieri si è tenuta la prima udienza in un tribunale di San Josè, in California.

Quando Steve Jobs presentò il primo iPhone, nel gennaio 2007, c’era una certezza: era talmente innovativo che in tanti avrebbero cercato di imitarlo. Stessa certezza con l’iPad, nel gennaio 2010.

Ora Cupertino accusa il produttore coreano di aver copiato caratteristiche estetiche e modalità di «esperienza d’uso» dei due touchscreen di Apple, iPhone e iPad, e per questo chiede un maxi – risarcimento di oltre 2,5 miliardi di dollari. Samsung sostiene che il design rettangolare e ad angoli smussati ormai è d’uso comune e non può essere ritenuto una esclusiva della Mela.

Difesa debole, anche perché nel frattempo Tim Cook (il Ceo a cui Steve Jobs ha affidato la sua creatura prima di morire) ha tirato fuori dagli archivi impenetrabili di Cupertino prototipi e progetti che dimostrano la paternità dell’idea originale. La stessa battaglia si è già combattuta nelle aule giudiziarie di una dozzine di Paesi (comprese Germania e Gran Bretagna), ma la sentenza del giudice Lucy Koh, coadivuata da dieci giurati, avrà molto più peso. Fra le possibili conseguenze c’è anche il blocco di alcuni prodotti Samsung in Usa (lo stesso giudice ha già dato lo stop al tablet Galaxy 10.1), che si tradurrà in un recupero di quote di mercato per Apple, e servirà come formidabile deterrente per gli altri produttori asiatici di tablet e smartphone, che come Samsung si basano sul sistema operativo Android di Google.

Perché alla fine è lì che si torna: allo scontro oramai sempre più aperto fra i due giganti americani. Entrambi mirano a creare un ecosistema «chiuso», e attirare quanti più clienti-utenti possibile in questi ecosistemi. Mountain View si allea coi produttori di hardware, mentre Cupertino punta a partnership strategiche con grandi nomi delle Rete, a partire da Twitter, in cui sarebbe pronta a fare un investimento da centinaia di milioni di dollari. La sentenza di San José, attesa fra almeno un mese, sarà un passaggio chiave di questa battaglia per il dominio del mondo mobile.

 

Pubblicato il 31 luglio su Qn – Quotidiano Nazionale / il Resto del Carlino / La Nazione / il Giorno