Se gli ultimi della sanità sono i primi in corsia
E’ una della molte lettere di ringraziamento a medici e paramedici degli ospedali fiorentini che arrivano quotidianamente al nostro giornale. Questa si guadagna la prima fila. Per un motivo: con parole chiare e giuste, questa famiglia ringrazia soprattutto gli infermieri, gli ultimi della sanità, quegli esseri umani senza i quali nessun soggiorno in ospedale sarebbe sopportabile e grazie ai quali, spesso, diventa addirittura un bel ricordo. Con un guadagno assai limitato, con orari disgraziati, con l’unica benzina dell’amore per il prossimo, gli infermieri, i barellieri, gli assistenti di sala, curano i malati a volte più dei medici. Con un sorriso, una carezza, un aiuto che la loro coscienza non gli fa mai negare e che quasi sempre va oltre le possibilità che le strutture ospedaliere mettono a disposizione. Tutti ci siamo indignati di fronte alla fotografia della malata sdraiata in terra al San Camillo di Roma. Ma colpiscono anche quelle due persone che, in ginocchioni, prestano soccorso alla sventurata. Sono vittime anche loro.
Ecco la lettera di ringraziamento indirizzata alla Direzione Sanitaria Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio, al Dottor Petrini (Primario Chirurgia d'Urgenza e Tramautologia) e a tutto il personale Medico Paramedico....Venerdì 24 febbraio, mio padre Luigi, ricoverato nel suo reparto, ci ha lasciato. Ringraziamo lei, il dottor Enrico Broglia e tutto il personale del reparto per le amorevoli cure che gli avete prestato, e per avere sopportato la nostra continua presenza che ha consentito a lui un sereno passaggio ed a noi una più serena sopportazione. Abbiamo potuto apprezzare, oltre alla professionalità, la gentilezza e l'umanità di tutto il personale. Sempre un sorriso, uno scherzo, una battuta per tutti i pazienti ed, in ultimo, un velo di tristezza ed anche una lacrima..... e tutto fuori contratto. L'umanità di queste persone che lavorano 40 domeniche l'anno, che festeggiano in famiglia un natale ogni 5; questi lavoratori che spesso operano in situazioni difficili, queste persone che quando vengono in servizio, si dimenticano dei loro problemi e della famiglia per occuparsi degli altri, queste persone vogliamo in particolare ringraziare. Per tutti, quella infermiera falsamagra, dai capelli bianchi con due orecchini al lobo destro che, portando a svuotare una padella, canticchiava... " ..non sono una signora.."... No cara amica, lei è una Signora, e con lei tutti i suoi colleghi, grazie.
Famiglia Basilissi
Firenze