Affari di famiglia

“Non vogliamo lavorare la domenica: ci danno due soldi e le nostre famiglie sono devastate”

Ed ecco la risposta arrabbiata di un lavoratore del Centro commerciale "I Gigli"

Gentile Sig  Geraldina Fiechter, le scrivo in risposta ad un suo articolo sulla Nazione di Martedi 28 Agosto:  “lavorare meno, lavorate tutti: slogan che si morde la coda”. Vorrei farle presente alcune situazioni che forse non le sono chiare altrimenti non avrebbe scritto un articolo del genere, La Domenica non è più pagata in straordinario tranne che per una minima parte di lavoratori, la Domenica non è più ne volontaria, viene considerata come un comune giorno lavorativo con applicata solamente una maggiorazione ridicola che porta a pochi euro di aumento mensile. Quindi secondo lei sarebbero i lavoratori a voler lavorare i weekend e non permettere nuove assunzioni?  Le aziende non assumono perché non hanno la possibilità di farlo, nonostante la liberalizzazione applicata sia da i Gigli che da gli altri CC,  gli introiti sono praticamente rimasti invariati, quindi  nessun aumento di fatturato nessuna assunzione, ed i negozianti sono costretti a sfruttare la mano d’opera già esistente, obbligandoli a straordinari e doppi turni per coprire i 7 giorni d’apertura. Vorrei informarla anche che è nato un gruppo su Facebook che si chiama “domenicanograzie”, è nato proprio da un gruppo dei lavoratori de I Gigli, le consiglio di dargli un occhiata per rendersi conto di quello che stanno vivendo i lavoratori, il gruppo conta più di 3000 membri e ci stiamo organizzando proprio per chiedere nuove assunzioni e per poter tornare ad una vita dignitosa.

Noi VOGLIAMO nuove assunzioni, e vorremmo non essere obbligati a lavorate tutte le Domeniche, RIVOGLIAMO la nostra vita ed i nostri diritti che attualmente sono stati azzerati da questa liberalizzazione.

 

Saluti, un lavoratore de I Gigli.

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