Un sabato fortunato e una corsa in taxi…
“Sabato scorso ho preso un taxi per portare mia moglie ad una visita in un ambulatorio della Misericordia in via Adinari, cioè all’angolo fra via Calzaioli e piazza Del Duomo. Una volta montato sul taxi, sistemati a sedere e fatto il rituale saluto, il tassista mi chiede la destinazione e poi, sorridendo, mi domanda se preferisco il percorso Est o Ovest. Scelgo Ovest. Abito il via Laura, una traversa di via Gino Capponi dalle parti di piazza Santissima Annunziata, perciò per arrivare in piazza Del Duomo in linea d’aria saranno circa700 metri. A piedi, roba da cinque minuti. Se fossi stato giovane me la sarei portata in braccio, mia moglie. Partenza: via Laura, via Gino Capponi, via Venezia, via Lamarmora, via della Dogana, piazza San Marco, via Arazieri, via XXVII Aprile, piazza Indipendenza, via Nazionale, via Fratelli Alinari, piazza della Stazione, piazza dell’Unità Italiana, via dei Panzani, via dei Rondinelli, via degli Agli, via dei Pecori, piazza San Giovanni, arrivo in piazza Duomo.
Mentre pagavo (cara) la corsa, il tassista mi ha detto che ero stato fortunato perché era sabato, perché pioveva, ma soprattutto perché non c’erano cortei in centro, sennò “col cavolo che saremmo arrivati puntuali per la visita”. Al ritorno ho chiuso gli occhi facendo il percorso Est per non contare le strade. In serata, ricordandomi cosa aveva detto il tassista, e cioè che per me era una sabato fortunato, sono andato in una tabaccheria e ho preso un gratta e vinci. Ho vinto 10 euro!”
Gino Rossi, Firenze
Splendida letterina scritta a mano e spedita vecchia maniera con tanto di francobollo. Con grazia e molto senso dell’umorismo, Gino dice tante cose: le gimcane che sono costrette a fare i taxi per percorrere 700 metri in linea d’aria, le difficoltà di mobilità degli anziani e figuriamoci di chi ha una pensione bassa, lo spirito sarcastico del tassista che gli dice che poteva andare peggio, infine la leggerezza con cui Gino e la moglie si sono rassegnati a contare le strade e poi a pagare senza batter ciglio predisponendosi, così, al lieto fine: il biglietto vincente e almeno una corsa rimborsata. Della serie: cuor contento, il ciel l’aiuta. Che altro aggiungere? Mi viene solo in mente che tutti noi, e soprattutto voi che ormai siete la comunità che tiene viva questa rubrica, potreste emulare Gino e denunciare le difficoltà della vita quotidiana non solo con la rabbia ma anche con racconti lievi e ironici come questo. A volte arrivano al bersaglio meglio e prima.