Affari di famiglia

Le Murate: da spazio per tutti a parcheggio abusivo. “Tanto ce la mettono tutti: perchè io no?”

Cara Signora, come lei sicuramente sa, l’ex carcere delle Murate è diventato un luogo magnifico del centro storico dove la vita delle famiglie che ci abitano si mescola gradevolmente a quella del quartiere. Ma tutto funziona alla perfezione solo se le catene che dovrebbero impedire l’accesso dei mezzi motorizzati sono chiuse, e invece le catene sono sempre abbassate e ci parcheggiano, ci viaggiano, sia i motorini che le macchine e i furgoncini. Perché fanno andare subito in malora un luogo così speciale? Perché di lì i vigili non passano mai a fare le multe? Nelle serate d’estate ho contato anche dieci macchine parcheggiate all’interno.

Renzo Vanni

Caro Renzo, dopo aver letto questa lettera e amando appassionatamente quel luogo per molti motivi, ieri ho preso la bicicletta e sono andata a vedere. Ore 13: catena a terra, tre macchine e un camioncino parcheggiati e un furgoncino che mi taglia la strada mentre sto passando dal cortile più piccolo a quello più grande. “Guardi dove va”, mi dice l’autista. “E lei guardi i cartelli, questa è zona pedonale”, replico io. Ne è nato un convegno acceso e improvvisato sotto le ex celle dei detenuti in cui la premessa, quella che dovrebbe tagliare la testa al toro, quel cartello di divieto che dovrebbe chiudere qualsiasi discussione, non aveva alcuna importanza. Gli argomenti erano questi: sì, è vero, noi dovremmo scaricare le merci entro le 11 ma è una regola assurda, non ce la facciamo (1); venire prima? Io vengo quando trovo il committente, se no come riscuoto? (2); non possiamo lasciare il furgoncino fuori perché essendo fuori orario rischiamo la multa (3); fanno la multa a noi che lavoriamo, mica alle signore che non hanno niente da fare e lasciano la macchina in seconda fila (4); le multe sono una forma di pizzo legalizzato, ormai. E poi già lavoriamo sette mesi l’anno per lo Stato, cos’altro vogliono da noi (5); le regole vanno rispettate? Sì, ma se sono ingiuste e assurde no che non le rispettiamo (6). Si è aggiunto il proprietario di una delle auto parcheggiate con la seguente spiegazione: se ce la mettono tutti, ce la metto anch’io (7). Mi chiedo, ci chiediamo: c’è qualcuno, fra chi ha la delega per farlo, disposto a tagliare la testa al toro? Poche e inflessibili regole, come con i bambini. Altrimenti la città (come i bambini) non cresce, non si fida (di se stessa e quindi degli altri), non fiorisce.

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