Affari di famiglia

E a scuola la fettina fa fuori i legumi

Cara signora, vorrei segnalarle il mio sconforto di fronte alla mensa che viene servita ai nostri bambini nelle scuole fiorentine (e mi creda, siamo tanti a pensarla come me). Ho verificato che il pomodoro è presente in media 4 giorni su 5 (tra sughi per la pasta o secondi), mentre altre verdure di stagione, come i cavoli o la zucca in questo periodo, non ci sono mai; che la carne c’è almeno tre volte la settimana (includendo anche insaccati, ma tutti sanno che basta e avanza due volte alla settimana), che i legumi ci sono una volta al mese e sempre sotto forma di sugo per la pasta o come ministra (e invece sono fondamentali per la salute),  che almeno una volta alla settimana la pasta è in bianco (perché?), che le verdure sono sempre le stesse e non vengono considerate quelle di stagione, e che poi certi giorni le calorie sono poche e altre tantissime. Dicono che il menù e il calcolo delle calorie è stato fatto da esperti, ma a me sembra alquanto insufficiente. Si può almeno discuterne?

Sara C.

Cara mamma Sara, sono anch’io al corrente dello scambio di mail avviato da qualche settimana sull’argomento cosa-pensate-della-mensa-nelle-scuole-fiorentine. Prometto che ora farà dei confronti con altre città e poi ve ne darò conto. Ma visto che anche io ho un figlio alle elementari e che in passato mi ero rivolta all’ufficio del Comune per avere spiegazioni, posso intanto dire questo: l’impressione – confermata dai dirigenti comunali – è che tutte le pietanze introdotte per variare l’alimentazione siano state progressivamente tolte dal menù perché “non piacevano ai bambini”. Dunque niente fagioli, niente lenticchie, poco minestrone, no ai cavoli perché puzzano, no alla zucca perché è dolce, niente farro perché non si cos’è, non parlate di orzo o pasta integrale perché ve le tirano dietro. Cosa piace ai bambini? Fettina all’olio e pasta al pomodoro, quindi il menù deve ruotare intorno a queste colonne. Ma è giusto? Non mi sembra. E se in genere tendo a difendere la scuola rispetto alle pretese sempre più esose delle famiglie, questa volta no, penso che l’educazione alimentare, come quella alla salute, al rispetto dell’ambiente, alla convivenza civica,  faccia parte dei compiti a cui l’istituzione scolastica non può sottrarsi. I genitori hanno viziato i figli? Li hanno abituati a mangiare solo quelle due o tre cose che gli piacciono? Hanno il gusto ormai forgiato dai sapori delle merendine? Può essere. Ma dato che stanno a scuola tutto il giorno e che arrivano all’ora del pasto affamati come lupi, c’è tutto lo spazio per inserire piano piano gli alimenti giusti e magari per spiegare perchè. Quelli di stagione, per esempio, e poca ciccia. Che come tutti ormai sanno non basta a far crescere sani i nostri bambini.

 

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