Feste a rischio per i ragazzini, attenti al Capodanno
Gentilissima signora, mia figlia scampò per miracolo alla festa di Halloween a Castel di Poggio, quella in cui crollò la scala e si sfiorò la tragedia. Ricorda? Lei voleva andarci e noi le dicemmo di no. Sesto senso?? Boh, non so, ma quando le ho detto che prima di darle il permesso di partecipare volevo sapere il nome di chi organizzava l'evento e che avrei chiamato anche in Comune per accertarmi che la festa fosse autorizzata ha fatto un passo indietro e ci ha rinunciato. Noi pensiamo di seguirla abbastanza, di insegnarle dei sani valori e nello stesso tempo di non dirle tanti no, la facciamo uscire come è giusto a 17 anni. Ma avremmo bisogno di aiuti esterni! Sarebbe ottimo creare un gruppo come lei suggerì nella sua rubrica all’indomani di quel disastro di festa: l'unione fa la forza. Vediamo di arrivare noi genitori dove non arrivano le autorità e gli organi competenti. Certo, leggendo qualche tempo fa di quella povera ragazzina trovata morta sul lago di Bracciano, mi ha fatto un non so che il fatto che i genitori hanno detto che è uscita ma senza sapere dove andasse. Mi sembra esagerato a soli 16 anni. Speriamo veramente di poter fare qualcosa anche in vista del 31 dicembre! Grazie di cuore
Sabrina Ermini
Cara Sabrina, abbiamo tutti il vizio di dimenticare troppo in fretta le tragedie che abbiamo sfiorato (e qualche volta purtroppo vissuto), i propositi che ci siamo fatti, le battaglie che dicevamo di voler fare. Colpa anche di noi giornalisti, lo ammetto. E quindi la ringrazio di aver riportato all’attenzione il ricordo di quella festa alla vigilia di un’altra notte a rischio, il Capodanno. Il primo appello è a chi organizza le feste di massa: guai a voi se per guadagnare qualche euro in più mettete a repentaglio la vita o anche la salute dei ragazzini, è uno di quei peccati che non ammette perdono. Se i locali consentono duecento ingressi, non uno di più deve oltreppassare la linea. E se la legge prevede che non si può somministrare alcol e droghe ai minorenni, niente deroghe, neanche l’ultimo dell’anno. Il secondo appello è alla forze dell’ordine e a chi è preposto ai controlli o alle autorizzazioni: pensate ai ragazzi, prima di tutto. Sono i più indifesi e contemporaneamente i più ambiti dai divertifici di massa. Infine ai genitori: sappiamo tutti quanto è difficile dire no, e non solo perché bisogna resistere ma anche perché il no va motivato, accompagnato, adattato al carattere e alle richieste del figlio. Ma qualsiasi esperto ci spiega che ci sono momenti in cui quei no aiutano a crescere, oltre che a salvare la vita, e che sotto sotto i ragazzi se li aspettano, li richiedono: sono i segni di attenzione e di contenimento di cui hanno bisogno per sentirsi liberi di avventurarsi nel labirinto della vita.