Affari di famiglia

E’ un momento in cui serve soprattutto una cosa: il coraggio della vita

Cara signora, lei usa spesso parole di speranza e mi chiedo come si fa a essere positivi in una situazione come la nostra dove la crisi incalza e sembra crollare tutto. Io lavoro con i vecchi di Montedomini e mi creda, è molto dura vedere come sono lasciati soli dalle famiglie. Se almeno in questo momento di crisi ci fosse più amore e più senso della solidarietà. Non crede?

Lettera firmata

Peccato che non abbia voluto firmare pubblicamente questa sua lettera, cara lettrice, perché se c’è una cosa da cui io partirei in questo momento è il coraggio. E’ vero, il mondo sta attraversando una crisi epocale, enorme, tutto sta cambiando e non si vede bene dove stiamo andando. Ma, come ha detto il nuovo Papa, guai a farsi tentare dal diavolo, guai a farsi trascinare dall’amarezza, dal cinismo, dalla mondanità. Io per esempio trovo che invece stiano aumentando le persone che stanno approfittando di questa occasione per ritrovare i valori veri, per cercare anche disperatamente e dolorosamente il senso profondo della vita, per ridare equilibrio a esistenze che sembravano felici solo se tenute alla larga dalla sofferenza. Le racconto una cosa molto speciale che è successa nell’Abbazia di San Miniato al Monte qualche giorno fa. Una monaca di clausura ha confrontato pubblicamente la sua esperienza di reclusa “per scelta” con due detenute recluse “per forza”. Ha detto tante cose belle, questa giovane e luminosa donna, soprattutto sull’amore. E poi ha detto questo: “Davanti alla vita si può stare in due modi: subirla o affrontarla. E l’umanità si distingue fra chi fa la vittima e chi si tira su le maniche. I primi saranno sempre infelici e mancanti di qualcosa: sono i veri prigionieri di se stessi, gli altri invece hanno la possibilità di gustare in ogni circostanza anche avversa il sapore della vita”. Si tratta di scegliere da che parte stare e cosa fare di se stessi, se arrendersi di fronte alla realtà o viverla da protagonisti, non come una condanna ma come un’occasione. Ecco, se in questo momento non ripensiamo al rapporto con i nostri vecchi e con quella parte di noi che prima o poi arriverà, avremo perso una delle tante chance che la crisi del vecchio e ricco mondo ci sta offrendo. Possiamo uscire dalla prigione in cui ci eravamo cacciati per ricordarci che si può vivere senza l’ultimo modello del telefonino ma non senza amore.

comments powered by Disqus