Affari di famiglia

Start up e innovatori: aiutiamo i giovani che lavorano per il futuro

Cara signora, da tanto vorrei scriverle per dirle che secondo me a Firenze ci sono tante belle notizie che voi non trattate. Per esempio ci sono tanti giovani che invece di lamentarsi stanno provando a inventarsi il lavoro in settori o con idee del tutto nuove. Potreste dare spazio anche alle storie positive? Non sarebbe meglio per tutti?

Tommaso C., 28 anni

 

Caro Tommaso, forse hai proprio ragione. Forse dovremmo riequilibrare tutta l’informazione a favore della speranza, andando a scovare le persone e soprattutto i giovani che stanno scommettendo sul futuro. Non è che non ci proviamo, però aiutateci, fatevi conoscere, tenete un contatto con noi. Nel mio piccolo contribuisco raccontando che giovedì pomeriggio, in Palazzo Vecchio, ho incontrato l’ottimismo. L’ho visto in faccia, l’ho respirato nei volti entusiasti dei ragazzi che hanno partecipato alla presentazione di un libro di Riccardo Luna (www.cambiamotutto.it) che racconta la rivoluzione che tanti giovani innovatori stanno portando avanti. Il mondo delle start up, per intenderci, cioè di quelle imprese totalmente nuove che vengono lanciate sul mercato e che qualche lungimirante cerca di incubare e finanziare. Una sola su dieci di queste invenzioni decolla davvero e crea posti di lavoro, ma questi coraggiosi pionieri pensano che fallire non significa buttarsi dalla finestra ma semplicemente averci provato. Non sarà la prima, magari neanche la seconda, ma la terza idea, magari, è quella che va in porto e ha successo. Mai come in questo momento c’è stato lo spazio per cambiare, per lanciarsi in nuovi progetti, e chi lo ha capito può fare la fortuna sua e di tanti altri. Bene, in questo pomeriggio ho visto una famiglia fiorentina molto unita, di nome Cantini, che nel magazzino del papà idraulico ha progettato una stampante tridimensionale molto innovativa che sta incuriosendo il mercato e il mondo della scuola (www.kentstrapper.com). Ho visto un gruppetto di ragazzi che hanno fondato un sito per mettere in vendita i prodotti del nostro artigianato (buruburu.com) e che per ora – incrociamo le dita – sta funzionando. Ho visto anche un signore che per la quarta volta si è trovato a dover trasformare un’azienda nata negli anni Cinquanta per produrre macchine tessili e che oggi si è riciclata con tessuti di metallo utili per la robotica. E ho visto infine ex giovani che con la prima ondata della New Economy hanno avuto un enorme successo e che oggi, invece di andarsi a spendere il tesoro guadagnato nei Caraibi, aiuta questi giovani a lanciare le idee migliori. Intendevi queste notizie, caro Tommaso? Ecco, mandatecene ancora, fateci entrare nelle vostre stanze, e noi diffonderemo la vostra energia anche da qui. Scrivete: abbiamo tutti bisogno di voi

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