Caro sindaco, nella città che sogno questo non sarebbe accaduto…
La signora 511 frequenta un noto locale notturno di via de’ Macci e la cosa più impellente che ritiene di dover fare è quella di trovare un parcheggio per la sua automobile.
Il quartiere di Santa Croce non è uno dei posti più accoglienti per le automobili.
Verso mezzanotte tutti i marciapiedi sono già occupati, i posteggi regolari per la strada sono un miraggio, l’unica soluzione è quel bel posto auto riservato ai portatori di Handicap di Borgo Allegri.
La signora 511 non ci pensa due volte.
Non amo molto uscire di notte con l’automobile perché, vivendo in questo quartiere, so che al mio ritorno non sarà facile trovare parcheggio.
Mia moglie ha avuto un incidente e le è stato concesso un permesso per portatori di Handicap.
Generalmente cerchiamo un posto auto non riservato, pensiamo sempre che ci sia qualcuno che abbia più diritto di noi oppure abbia un problema più grave del nostro, ma quando non è possibile alcuna alternativa, usufruiamo del permesso.
Domando, gentilmente, alla signora 511 se stesse andando via, mi risponde che era appena arrivata.
Per puro caso guardo se fosse stata dotata di permesso e mi accorgo che non era esposto alcunché.
Chiedo, a quel punto, che mi venga lasciato libero il posto, dopo una lunga attesa, senza esito alcuno, mia moglie decide di telefonare al pronto intervento della polizia municipale.
Pronto intervento è una definizione forte, decisa, che ispira sicurezza e fiducia, fino a quando il cittadino non riceve di notte l’unica risposta che immancabilmente viene fornita: “Non abbiamo una pattuglia da mandare sul posto”.
La signora 511, alterata dalla mia decisione di fotografare la sua auto parcheggiata sul posto riservato, si allontana con rabbia, blaterando qualcosa sul suo diritto alla privacy e concludendo con una frase ad effetto e piena di intrinseci significati: “Handicappati di merda”.
Alcuni passanti, ignari dell’accaduto, sentendo il turpiloquio, ci chiedono se avessimo avuto bisogno di aiuto, esprimendo nel frattempo la loro solidarietà.
Ma l’aiuto che avremmo desiderato, sarebbe stato volentieri di un altro tipo.
Sarebbe stato bello ricevere una risposta diversa dal centralino del pronto intervento della polizia municipale, il quale, magari, ci avrebbe potuto rispondere che una pattuglia sarebbe stata inviata sul posto il prima possibile.
Ci sarebbe piaciuto che la signora 511 la pensasse diversamente sui portatori di Handicap e non che un attimo dopo parcheggiasse la sua auto sulla rampa per l’accesso al marciapiede di via San Giuseppe.
Saremmo felici se il Sindaco della città di Firenze non esprimesse la sua consueta solidarietà ma si esibisse in atti concreti.
Se il servizio della polizia municipale è ridotto così male da non poter mai garantire un qualunque intervento sulla viabilità del centro storico, provvedesse in merito, magari con valide alternative.
Solo per esempio, le propongo alcuni suggerimenti per la zona di Santa Croce: una nuova porta telematica in via delle Casine, una telecamera di controllo in via de’ Macci, all’altezza di via Mino, tratto di strada, fino a via dell’Agnolo, che viene perennemente percorso in senso inverso dagli automobilisti, privi di permesso, che fanno il giro intorno al mercato di Sant’Ambrogio per eludere la porta telematica, estensione a tutti i giorni dell’anno degli orari notturni (23:00-03:00) per l’accesso alla ZTL, previsti ora solo per alcuni giorni d’estate.
Non verrebbe utilizzato un maggior numero di agenti di polizia municipale e forse la gente non parcheggerebbe più sui marciapiedi di via dei Malcontenti, di via delle Casine, sul sagrato della Chiesa di San Giuseppe e noi smetteremmo di chiamare il pronto intervento per poter tornare a casa, non più bloccati dagli improvvidi parcheggi notturni che impediscono la normale circolazione del traffico.
Forse la signora 511 parcheggerebbe a pagamento in piazza Beccaria o in piazza Annigoni, i diritti dei residenti sarebbero più rispettati ed i proprietari dei locali notturni ed i suoi avventori continuerebbero la loro vita senza paura di contravvenzioni o faticose liti con il prossimo abitante del quartiere.
Ma, soprattutto, signor Sindaco, senza tanti inutili proclami, si potrebbe rendere più vivibile una città, potremmo cominciare a pensare ad una società diversa, che creda ancora che i più deboli vadano tutelati e che venga dato più spazio ai suoi abitanti, che possa progettare un futuro meno barbaro per tutti, come per quelli che vogliano accedere al centro storico di Firenze ed anche per la signora 511 (sono le tre cifre numeriche della targa), affinché possa cambiare idea sui portatori di Handicap.
paolo novaselich
Caro Paolo, giro la sua lettera così come me l'ha inviata, mi sembra che ogni commento sarebbe superfluo. Vediamo cosa ne pensano gli altri....