Attenti ai cassonetti falsi per gli abiti usati. La Procura indaga
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Cronaca
GRAZIE per le segnalazioni che ci avete mandato e la cui sintesi è questa: i falsi cassonetti per gli indumenti usati sono ancora lì, nessuno li ha rimossi. Ed è vero. La Procura sta indagando per capire chi sta gestendo illegalmente il business ed evidentemente serve che l’esca resti all’amo. Dunque aspettiamo fiduciosi, anche se le prime segnalazioni di Quadrifoglio risalgono al 2011 e la nostra denuncia con tanto di elenco delle postazioni false è di quasi due mesi fa. Non ci resta che mettere in guardia i lettori non ancora informati sulla truffa in corso: in molte zone della città sono stati installati cassonetti giallini (se ne contano 16) con la dicitura “Raccolta permanente abiti usati-scarpe-borse“. Non c’è un mittente ma solo un numero di telefono che in realtà non corrisponde ad alcun utente e dunque non funziona. Le postazioni sono moltissime, soprattutto all’Isolotto e a Novoli. Ma anche in viale Mazzini davanti alla sede di Fidi Toscana, in via Baracchini di fronte alla chiesa di santa Maria Ausiliatrice, in via Boito, via Andretti, largo De Gasperi (davanti alla Rai) e via così. Dietro a questi falsi cassonetti potrebbe esserci una delle molte organizzazioni illegali che trafficano sui rifiuti.
I veri cassonetti, cioè quelli autorizzati dal Comune e il cui contenuto arriva davvero ai poveri, sono giallo limone con la scritta progetto “Ri-Vesti” della Caritas in convenzione con Quadrifoglio, Safi e Publiambiente (sul sito www.rivesti.it c’è la mappa aggiornata). A Firenze e provincia sono 250. L’anno scorso sono state raccolte più di mille tonnellate di indumenti che vengono destinati o al circuito dell’usato per ricavare risorse per l’attività di volontariato o dati direttamente a chi ne ha bisogno. I soldi ricavati nel 2012 sono andati alla mensa di via Baracca e il centro Samaritano. Il colmo è ciò che succede davanti alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, dove c’è sia il cassonetto vero che quello falso. Ma nonostante le proteste di don Bitossi, la situazione è immutata da tempo.
I veri cassonetti, cioè quelli autorizzati dal Comune e il cui contenuto arriva davvero ai poveri, sono giallo limone con la scritta progetto “Ri-Vesti” della Caritas in convenzione con Quadrifoglio, Safi e Publiambiente (sul sito www.rivesti.it c’è la mappa aggiornata). A Firenze e provincia sono 250. L’anno scorso sono state raccolte più di mille tonnellate di indumenti che vengono destinati o al circuito dell’usato per ricavare risorse per l’attività di volontariato o dati direttamente a chi ne ha bisogno. I soldi ricavati nel 2012 sono andati alla mensa di via Baracca e il centro Samaritano. Il colmo è ciò che succede davanti alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, dove c’è sia il cassonetto vero che quello falso. Ma nonostante le proteste di don Bitossi, la situazione è immutata da tempo.