Non è sempre bravo e buono chi va in bicicletta…
Mi chiedo perché tanti ciclisti circolano al buio senza accendere le luci previste dalla legge. Spesso piombano su ignari pedoni o sorprendono gli automobilisti magari in senso vietato. Le sembra giusto?
Lettera firmata
No, non mi sembra giusto. E la ringrazio per aver acceso i riflettori (almeno lei...) su un fenomeno tanto diffuso quanto impunito, trattandosi di una categoria che consideriamo intoccabile. Se infatti siamo i primi a perorare la causa dei ciclisti, a dire che se non fosse per loro saremmo soffocati dallo smog e dal rumore, a esortare chiunque abbia ancora muscoli e volontà a lasciare l'auto ferma e a godersi una città in fondo piccola come Firenze seduto su una bici, siamo anche i primi ad accogliere lamentele come la sua. E' vero, sono pochi i ciclisti che utilizzano le luci davanti e dietro come prevede il codice. E sono ancora meno quelli che evitano di prendere una strada in senso vietato, di zigzagare fra auto e pedoni, di rispettare il codice della strada come chiunque altro. E non e' una cosa tanto furba. Non solo perché mettono a rischio se non la vita quantomeno i nervi altrui, ma anche perché riducono la già scarsa considerazione riservata al popolo delle due ruote. E' una lezione che la vita ci ha insegnato tante volte: non è ribellandosi alle regole che ci si vendica con i più forti (vedi gli automobilisti) ma al contrario dimostrando con l'autodisciplina di meritare diritti e cittadinanza. Gli altri sbagliano, soprattutto se sono più forti (e diciamolo: sbaglia anche chi dovrebbe vigilare e sanzionare). Ma se sbagliamo anche noi, piccoli come siamo, finiamo schiacciati. Ecco, meglio accendere le luci. E magari indossare il giubbino rifrangente. Quanto meno mettiamo in salvo la nostra vita.