Guardate come si può salvare una periferia facendo cultura
Vivo alla periferia di Firenze, vicino alle Piagge, e ho un figlio adolescente che passa i pomeriggi fra un bar o l'altro e mi chiedo perché non si pensa a delle attività per loro dopo la scuola.
Lettera firmata
E' una grande e giusta richiesta, questa. Se lei abitasse nel quartiere 4 saprei dove indirizzare suo figlio e anche lei e magari anche i suoi genitori, per quanto anziani. Vi manderei in uno dei luoghi più intelligenti che abbia mai visto, uno di quegli interventi che fa riconciliare con le istituzioni e che fa capire a cosa servono i soldi pubblici. E' nata come biblioteca di quartiere, e' diventata molto di più: corsi di ogni tipo, letture, giochi, discussioni, impegno, perfino agricoltura. Qui sono nate idee fertilissime di volontariato come i nonni leggendari, che vanno a leggere i libri negli ospedali o a chi non può accedere da solo alla lettura, o la cura degli orti con relativo mercato dei prodotti contadini. L'edificio è grande, colorato, a più piani, pieno di gente di tutta le età e di tutti i colori. Ci sono entrata per presentare in libro in un giorno di pioggia, fuori era già buio e le strade erano vuote e inospitali. Poi ho capito: chi aveva finito di lavorare, chi era uscito di scuola, chi aveva finito di svolgere i suoi compiti quotidiani, era andato li. Qualcosa di interessante da fare c'è sempre, qualcuno da incontrare anche, e i più abitudinari diventano volontari fissi. Ecco, quello è fare cultura, quello è svolgere un servizio pubblico. Dare un luogo in cui incontrarsi, scambiarsi idee, creare legami, offrire a tutti (e soprattutto a chi non ne avrebbe le possibilità) lo stimolo per allargare i propri orizzonti. Un posto così può salvare una periferia. Copiamolo.