Affari di famiglia

Quanto può valere l’affitto di una location come Palazzo Vecchio?

Le scrivo a proposito della notizia sull'ultimo evento per privati in un luogo monumentale e artistico come il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e vorrei sapere il suo parere. Non mi scandalizza nemmeno tanto il fatto in sé, visto che ormai ci hanno abituato a tutto e visto anche che la mancanza di soldi è un dato di cui ci rendiamo conto tutti. Ma non capisco il modo in cui si decide di affittare luoghi così prestigiosi. Perchè un posto come il salone dei Cinquecento deve essere svenduto per trentamila euro? Non è un po' troppo poco, dato che il ritorno di immagine è grandioso e che chi l'affitta è senz'altro molto facoltoso? E perchè devono decidere gli uffici del Comune, o qualche dirigente, e non la città nel suo complesso attraverso il consiglio comunale e anche una bella discussione pubblica? Sarebbe anche giusto sapere come vengono usati i soldi incassati, non le sembra?

Matteo

E' sempre lo stesso problema, in fondo: non è tanto o solo quello che si fa, ma come lo si fa. Soprattutto quando c'è di mezzo l'interesse pubblico e un bene sacro e prezioso come l'arte. Sono andata e rileggere quello che è stato detto nel passato e ho trovato dichiarazioni d'intenti (diverse) sia dell'ex sindaco che di quello attuale, ma l'unica cosa messa nero su bianco è il tariffario stabilito dalla Soprintendenza ai beni artistici e architettonici (peraltro con tariffe che lei troverebbe molto contenute). Renzi disse per esempio che avrebbe affittato i luoghi d'arte per pagare le vacanze dei bambini disabili, o altri servizi importanti, mentre l'intenzione del sindaco Nardella, secondo una recente intervista, è quella di utilizzare l'incasso di questi eventi solo ed esclusivamente per il restauro o il mantenimento del patrimonio artistico. Io partirei più da lontano e, come si dice, da un discorso più ampio. E' noto ormai da tempo, infatti, che le città d'arte non riescono a sopravvivere e a reggere l'impatto di milioni di turisti con le sole risorse pubbliche o con le tasse pagate dai cittadini. Per amministrare queste città, dunque, ci vuole fantasia, elasticità, condivisione da parte di tutte le categorie economiche, equità sociale. Non è giusto che siano solo i residenti a pagare le spese per tenere pulito il centro, per fare un esempio, quando poi sono altri (o in pochi) a beneficiare dei ritorni economici del turismo di massa. Quindi ben venga un ripensamento dei nostri bilanci purchè siano inseriti in un ragionamento più ampio e più equo per tutti. Giro comunque il suo appello ai nostri amministratori: fateci sapere al più presto quanto costa affittare i nostri tesori e cosa avremo in cambio. E' una richiesta che non può essere rifiutata.

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