Affari di famiglia

Non c’è quiete neanche in collina, arrivano gli aspiragoflie

CARA SIGNORA, sono un fiorentino in pensione che ama passeggiare per le amate e bellissime colline di questa nostra città. Lo faccio da sempre, ma ora che ho più tempo dedico molte giornate alle escursioni. Lei penserà che è una gran fortuna potersi godere la quiete fuori dal caos della città, ma non è così. O almeno non è più così. Il cinguettio degli uccellini, infatti, ha lasciato il posto al potente ruggito di quelle macchine infernali utilizzate per potare, tagliare, aspirare, insomma per tutte quelle operazioni di giardinaggio che un tempo si facevano a mano. So da solo che di fronte ai gravi problemi del mondo questo sembrerà un’inezia, ma mi creda, nel suo piccolo anche questo è un brutto segno di degrado. Una volta ho spiato al di là del cancello di una di quelle ville da cui veniva il rumore e ho visto una squadra di ragazzi stranieri, giovani, al comando di queste macchine e mi sono chiesto cosa è rimasto di quell’arte e di quella sapienza che hanno reso grandi e famosi i giardini delle nostre colline. D’altra parte, basta vedere come sono state potate tante piante della città. In una prossima lettera le racconterò invece cosa succede a spingersi più in là, nei boschi, dove imperversano i cacciatori. A presto.

G.P.
E INVECE è una bella lettera, la sua. Perchè parla di una vita normale, di un fiorentino come tanti, perchè accende i riflettori su un particolare di vita quotidiana che passa inosservato e che nel suo piccolo, invece, spiega più di un trattato di sociologia.  Dietro a quelle macchinette sempre accese e maledettamente rumorose (anche in città, basta un fazzoletto di verde condominiale o pubblico) c’è la politica del risparmio (il giardinaggio non è più un’arte ma una manovalanza a cottimo), c’è l’immigrazione e la disoccupazione (quei ragazzi devono lavorare più ore possibile per mettere insieme il pranzo con la cena), e in generale c’è l’inciviltà crescente di chi se ne infischia della quiete pubblica, dei giardinieri di una volta, delle rose fucsia o bianche, del cinguettio degli uccellini, perchè a differenza dei suoi avi preferisce spendere i soldi in altro modo. Tempi che cambiano, caro Gino. E così al posto del rastrello - oggetto scomparso - c’è l’aspirafoglie, oggetto che produce un inquinamento acustico pari a tre motorini truccati messi insieme. Della caccia, come dice lei, ne parliamo in una prossima puntata. Ma stia lontano dai boschi.

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