Affari di famiglia

Quando uno storico bottegaio se ne va capiamo cosa stiamo perdendo…

Vorrei esprimere a nome di tutto il quartiere il cordoglio per la morte di Rolando, il librario che da sessant'anni vendeva libri usati nel fondo di via Sant'Agostino angolo via dei Serragli. Per noi era un'istituzione. I nostri bambini sono diventati grandi passando davanti alla sua bottega ogni giorno e per loro c'era sempre un saluto e l'accoglienza nel negozio per leggere un giornalino o per parlare del più e del meno. E anche noi grandi, ormai vecchi, quante chiacchierate abbiamo fatto con lui sulla storia del nostro quartiere! Grazie Rolando, sei entrato nella storia di Firenze con la S maiuscola!
Anna
Si chiamava Rolando Ugolini e aveva vinto il barroccino di libri usati a poker nel 1946. Dopo un anno trovo' il fondo in quell'angolo che segna il confine fra Santo Spirito e San Frediano e da li' non si mosse più. Con il freddo o con il caldo, con o senza traffico, lui metteva la seggiolina fuori e guardava, aspettava, partecipava anche in silenzio. Fino a poco tempo fa, fino a quando le forze glielo hanno consentito. Ha ragione, Anna, Rolando era un'istituzione. E non solo perché vendeva (o noleggiava, pensate) libri usati spesso introvabili altrove, non solo perché era l'ultimo testimone del mitico Oltrarno di un tempo, ma anche perché a suo modo presidiava il territorio come solo i bottegai di una volta sapevano fare. Di questo vorrei parlare oggi per onorarlo. Vorrei ridare senso alla figura del bottegaio. Vorrei che il valore di ciò che acquistiamo o facciamo non fosse calcolato solo in euro ma anche in benefici umani. Vorrei che le mamme si chiedessero cosa aiuta i figli a crescere, se il petto di pollo comprato a un euro e di chissà quale provenienza o il rapporto di fiducia costante, quotidiano, con un negoziante di quartiere. Vorrei che i pochi piccoli commercianti rimasti in città fossero trattati come il petrolio e quindi aiutati, messi in rete, motivati e investiti di un ruolo sociale quantomai prezioso. Vorrei che i proprietari dei fondi e degli immobili scegliessero i propri inquilini con amore per la città, oltre che per il denaro. Vorrei insomma che Firenze non facesse l'errore di buttare via quello che tanta parte del mondo ci invidia per entrare in competizioni dove siamo comunque perdenti. Piccole note di buon senso, neanche tanto originali. Ma Rolando, lassù, se le aspettava.

 

comments powered by Disqus