Affari di famiglia

Se il medico e il paziente si capiscono, cure migliori e tempo/soldi risparmiati

SECONDO una recente ricerca, il paziente viene mediamente interrotto dal medico dopo 18 secondi. Può essersi spiegato in così poco tempo? Quanti dettagli della sua storia e del suo stato di salute sono inevitabilmente mancati all’ascolto del dottore e quindi a una diagnosi e a una cura mirate? E sul piano strettamente pratico-economico: quante medicine o esami clinici avrebbero potuto essere evitati se quei 18 secondi fossero stati almeno 15 minuti? E’ sulla base di queste considerazioni che anni fa, in America, è nata la Medicina Narrativa, una pratica che cerca di avvicinare  il medico al paziente attraverso le parole, puntando a cure più personalizzate ed efficaci. Io parlo (o scrivo), esprimo il mio stato, racconto, e tu medico capisci meglio. La città italiana che fra le prime ha raccolto questo stimolo è stata Firenze. La Asl fiorentina, attraverso molti medici e la dirigente Stefania Polvani, ha fatto da apripista in Italia. E di questo si è parlato in un convegno che si è svolto iol 25 novembre a Firenze intitolato “Medicina basata sulla narrazione”. La prima buona notizia è arrivata dal dottor Massimo Milli, cardiologo a Santa Maria Nuova, che, con un lavoro di indagine su un campione di 150 pazienti prima-durante-e-dopo le visite ambulatoriali (con interviste video e scritte), ha annunciato il varo di un decalogo sia per il paziente che per il medico. Dieci punti per spiegare a chi sta entrando in un ambulatorio medico che il suo compito-diritto è quello di capire, fare domande anche se non sembrano pertinenti, raccontare, ripetere se sembra necessario, insomma uscire dalla visita con le idee chiare.  Al medico, invece, ricordano che il suo scopo è far uscire il paziente informato sulle proprie condizioni (e quindi propenso a seguire la cura), che deve presentarsi, spiegare, osservare, usare una terminologia adatta a chi ha di fronte, lasciargli spazio per esprimersi, accertarsi di essere stato capito. Manca il tempo? Più il medico e il paziente si capiscono, più personalizzate ed efficaci saranno le cure, più si riasparmierà - alla fine dei conti - tempo e denaro.

 

 

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