Ricade sulle famiglie la cura dei disturbi dell’apprendimento. Ma invece anche questi ragazzi hanno qualcosa da insegnare
Ho un figlio che, dopo anni di grandi difficoltà a scuola, è stato diagnosticato come dislessico. La scuola media che frequenta non lo aiuta per niente, lo considerano di serie B e lasciano alla famiglia tutto il peso dell'aiuto pomeridiano per farlo stare in pari. E' giusto questo? A chi possiamo rivolgerci?
Ho molta simpatia per i dislessici. Non solo perchè tanti geni lo erano (e magari lo hanno saputo tardi), primo fra tutti Einstein, ma anche perchè si tratta spesso di ragazzi che – se aiutati, soprattutto dal punto di vista psicologico – trovano strategie e metodi di apprendimento sorprendenti, interessanti, utili per gli insegnanti e per tutti gli alunni. Non è forse più divertente e produttivo imparare le date della storia associandole a qualche simbolo visivo, o a qualche tappa del percorso che si fa per andare da casa a scuola, per fare qualche esempio, piuttosto che astrattamente a memoria? E qualcuno ha mai visto come si insegna ai bambini che hanno problemi con i numeri a entrare nel mondo della matematica? Uno spasso, altro che tabelline. Chissà, forse un giorno dovremo ai dislessici (per ora si calcola uno ogni 25 persone) il rinnovamento dei metodi scolastici italiani. Intanto suggerisco alle famiglie come la sua ma anche agli insegnanti e alle scuole tutte, di contattare due ragazzi fiorentini, Vittoria e Filippo, che dopo un percorso scolastico segnato dalla dislessia hanno fondato un'associazione per aiutare quelli come loro. Vanno nelle scuole, promuovono incontri, e due sabati al mese sono a disposizione nella libreria di via San Gallo 21 (Libri Liberi), dove ha sede la loro associazione “Pillole di parole”. Hanno anche scritto un libro (“Devo Solo Attrezzarmi”, le cui iniziali ricordano Dsa, disturbi specifici dell'apprendimento), storia di due adolescenti che spiegano cosa significa essere dislessici. Per contattarli scrivere a info@pillolediparole.it (il sito e gli altri recapiti su www.pillolediparole.it). Consiglio di farlo soprattutto agli insegnanti. Abbiamo tutti da imparare.
Scrivete a affaridifamiglia@lanazione.net