Affari di famiglia

Ma davvero il nonno è volato in cielo?

Mio figlio di 5 anni sta vivendo il suo primo lutto: purtroppo il suo dolcissimo nonno, nonché mio babbo, è volato in cielo. Lui non si dà pace e continua a chiedermi dove è andato. Chi può darmi qualche consiglio su come consolarlo?

Laura C.

E se il motivo per cui continua a fare domande è che non capisce? In cielo? Ma dove, esattamente? Dimmi quale stella, quale pianeta, posso vederlo? Tornerà sulla terra? Esiste un prezioso gruppo di persone specializzate, a Firenze, che da qualche anno si dedica gratuitamente ai bambini e alle famiglie che si trovano a elaborare un lutto. Vanno nelle scuole, incontrano i genitori, aiutano i più piccoli ad affrontare il dolore di una perdita. Le difficoltà più grandi, ci raccontano, ce l'hanno gli adulti. Che non trovano più le parole, che non danno un nome e un posto alla morte, che sono (siamo) cresciuti in un mondo in cui perfino invecchiare è un tabù. Le rughe si cancellano, la malattia si nasconde, le persone non muoiono, scompaiono. Ma dove vanno, chiedono i bambini. Ricordo che il mio non si dette pace della morte del nonno fino a che non lo portai al cimitero. Lo avevo tenuto lontano dalla malattia, non lo avevo portato al funerale. Mi sembrava troppo piccolo. Quando di fronte alla tomba del nonno cominciò a parlare, a chiedere e a mettere in ordine i pensieri e le emozioni, capìì che avevo sbagliato a proteggerlo. Aveva bisogno di verità. E aveva bisogno che qualcuno lo aiutasse a tenersi dentro il suo nonno, non a farlo sparire. Il gruppo di persone di cui le ho parlato fanno capo a File (Fondazione italiana leniterapia). E mercoledì e giovedi prossimo terranno un seminario nella sede di via San Niccolò 1, patrocinato dal Comune, gratuito e aperto a docenti, genitori, e a chiunque sia chiamato a “stare accanto al dolore di una perdita” (per informazioni:055-2001212). Perchè anche il lutto di un proprio alunno o di un compagno o di un amico non può soffocare nel silenzio. Non si può fare finta di niente, non si può lasciare solo un bambino che sta vivendo il dolore di una perdita. Condividerlo, parlarne in classe, è l'occasione per imparare a crescere non solo con il corpo ma anche con il cuore e con le emozioni. E per dare più valore – infine - alla vita che resta.

Per scrivere in privato: affaridifamiglia@lanazione.net

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