Affari di famiglia

Idee per le famiglie e per i ragazzi: adottare un nonno

Sono un vedovo di 75 anni, vorrei sentirmi ancora utile e aiutare soprattutto i giovani. Lei ha qualche idea in proposito?

Paolo

Ricordo la storia di una bella coppia, lei tedesca immigrata per amore in Italia, lui fiorentino ma senza più genitori, che per tutti gli anni in cui i loro figli andavano alle elementari cercavano disperatamente di affiliarsi a una famiglia. Sentivano soprattutto la mancanza di un nonno, di una nonna. Sentivano che i loro bambini, per crescere a tutto tondo, per mettere radici più solide, avevano bisogno del contatto con la generazione dei più anziani, di sentire i loro racconti, di proiettarsi nel passato e vedere più in là nel futuro, sentivano che mancava un pezzo. Cercavano un nonno da adottare. Ecco, ho scoperto che la più grande associazione di promozione e di aiuto agli anziani (l'Auser) ha lanciato in tutta Italia un progetto che risponde a questo bisogno. Si chiama proprio così: Adotta un nonno. L'iniziativa è stata perfino presentata nello spazio di “Save the Children” a Expo, a Milano, dove l'idea ha funzionato così bene che intere scuole ne hanno approfittato arruolando gli anziani nel seguire gli alunni nei compiti o semplicemente nel condividere racconti e ricordi durante l'ora della mensa. Non è meraviglioso? Non è un modo semplice ed efficace per non disperdere un patrimonio e per rimetterlo in circolo? Non ci sono libri o film o lezioni più efficaci nel trasmettere conoscenza e valori del racconto vivo di chi ha vissuto il passato sulla propria pelle. Anche a Firenze l'Auser ha avviato il progetto. E si espande seguendo mille rivoli, dipende dall'età dei ragazzi (o del bambino) e dai bisogni o le idee dell'anziano. Si può andare a fare la spesa insieme, passare del tempo al parco, fare i compiti insieme, andare al cinema, o qualunque cosa venga in mente per realizzare uno scambio. Per saperne di più rivolgetevi ai “Giovani dell'Auser” telefonando al 3392559661 o scrivendo a auserq3@yahoo.it. Potrebbero farlo anche le scuole, come è successo a Milano e in altre città.

comments powered by Disqus