Affari di famiglia

“Ho mentito sui figli per farmi assumere. Ma se rimango incinta?”

 

All'ultimo colloquio di lavoro mi hanno chiesto se avevo intenzione di avere figli. Ho 30 anni. Ho mentito, gli detto che non ho il senso materno. Mi hanno preso, faccio la segretaria. Ma cosa succederà se poi rimango incinta?

Una fiorentina

E le è andata bene. Proprio ieri una ricerca inglese rivelava le domande più frequenti e assurde fatte alle giovani donne nei colloqui di lavoro. Tipo: sarebbe disposta a truccarsi di più? E a flirtare con i clienti per convincerli? Soffre di sindrome premestruale? E non parliamo della questione figli: chiedere se si è sposati e se c'è all'orizzonte l'intenzione di mettere al mondo un bambino, o addirittura più di uno, è la domanda che qualsiasi donna in cerca di occupazione si è sentita fare. Non è la prima volta che parliamo della questione e le vostre lettere fanno pensare che non sarà neanche l'ultima. Allora ricominciamo. 1) Tutti gli economisti ci dicono che il mondo del lavoro ha bisogno delle donne. Sono brave, elastiche, sanno lavorare su più fronti (la maternità e la famiglia sono sempre una buona scuola), hanno capacità e idee preziose per far crescere le aziende e il Paese. 2) Una donna su due non lavora. 3) Una donna su due dopo il parto smette di lavorare e si chiude in casa (4 donne su 10 vengono licenziate o costrette a dimettersi per il cosiddetto mobbing di maternità) 4) Nonostante le leggi sul congedo parentale, solo l'8 per cento dei papà (qui da noi) chiede periodi di aspettativa per seguire i figli. 5) I soliti economisti (e anche i demografi) ci dicono che dobbiamo fare figli, che la popolazione sta invecchiando, che andando avanti così non ci saranno abbastanza giovani per mantenere la salute degli anziani e le loro pensioni, che dovremo chiedere rinforzi agli immigrati. Dunque serve un sforzo collettivo di intelligenza. Dobbiamo maturare, anche culturalmente. E dobbiamo creare servizi e aiuti che consentano alle famiglie di fare quello che è nel loro Dna: riprodursi. E siccome qualche indicazione in questa rubrica c'è sempre, segnalo intanto due numeri di telefono. Quello dello sportello Donnachiamadonna (0552700419) e quello dell'ufficio regionale di pari opportunità: 0552760584-5. Diamoci da fare, abbiamo ancora molta strada da fare.

Scrivere affaridifamiglia@lanazione.net

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